Senato Accademico, uno spiraglio per i precari?

La notizia sembra di quelle che fanno guardare avanti con fiducia, ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti. Stiamo parlando del braccio di ferro tra gli organi di governo dell’Ateneo e il Coordinamento dei Precari della Ricerca dell’Università e dei Centri di Ricerca di Catania.
 
La buona notizia scaturisce dalla seduta di lunedì 15 dicembre, in cui il Senato accademico ha deliberato l’istituzione di una commissione incaricata di valutare le proposte contenute nel documento “Salviamo la ricerca”, presentato dall’organismo di coordinamento dei precari catanesi e incentrato sulla dignità del lavoro di ricerca e sul riconoscimento del ruolo e della funzione del loro lavoro.
 
La cattiva notizia, d’altra parte, sta nel fatto che il coordinamento dei precari catanesi non è stato invitato dal Senato Accademico alla discussione della piattaforma programmatica da loro proposta e che la nomina dei rappresentanti dei precari all’interno della commissione è stata compiuta dall’alto.
 
Fabio Chisari, portavoce del Coordinamento dei Precari della Ricerca dell’Università e dei Centri di Ricerca di Catania, commenta soddisfatto le scelte fatte lunedì 15 dicembre durante la riunione degli organi di governo dell’Ateneo catanese: “Alla lettura di quello che è stato l’esito del Senato, mostriamo grandissima soddisfazione per aver portato il problema di fronte al Rettore che ci ha voluto ascoltare e perché il documento in tal modo risulta legittimato. In secondo luogo, apprezziamo il fatto che si sia dato ascolto alle nostre posizioni e all’apertura nei confronti della nostra piattaforma programmatica”.
 
Chisari guarda anche ai risvolti nazionali: “Questo è un risultato che potrà portare all’apertura di un tavolo a livello nazionale dando un grande risultato per l’intero movimento dei precari”, e precisa che “può essere letto anche nei confronti delle recenti politiche economico-universitarie (ovvero della legge n. 180 presentata alle Camere per la conversione in legge, ndr) del Governo italiano”.
 
Ma ci sono ancora alcuni punti che non lasciano dormire sonni tranquilli ai ricercatori catanesi, come la scelta dei due nominativi dei loro rappresentanti all’interno della commissione. Si tratta di Salvo Garozzo e di Arturo Buscarino. Anche se il nome del primo non desterebbe, nel merito, molte perplessità, quello che non convince i precari del Coordinamento è il metodo adottato. Manuela Coci, precaria interna al Coordinamento, ha commentato: “Il primo è stato scelto direttamente dal Rettore, mentre il secondo è un precario non appartenente al coordinamento, che è composto da 370 persone. Non ci sentiamo molto rappresentati”.
 
E dalla protesta si passa alla proposta: i precari chiedono al Rettore di poter segnalare loro due nominativi. “A noi non va bene che ci sia da parte del massimo responsabile dell’Ateneo il principio di autorità per poter selezionare i propri interlocutori. Quindi, noi chiediamo ancora con fermezza di poter scegliere i due rappresentanti che dovranno sedere a questo tavolo”, spiega Fabio Chisari.
 
Qualche dubbio viene anche avanzato sulle funzioni della commissione proposta in Senato Accademico. Secondo il Coordinamento, infatti, il comunicato rilasciato dagli organi di stampa dell’Ateneo non sarebbe abbastanza chiaro su quale sia il compito effettivo di questo tavolo tecnico.
 
Per quanto riguarda le prossime mosse, è prevista per gennaio 2009 una manifestazione dal titolo “SOS, ricerca a mare” che vedrà coinvolti i rappresentanti dei precari della ricerca e di tutti i simpatizzanti del movimento delle Università di Catania, Messina, Palermo e degli atenei calabresi di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. La manifestazione si svolgerà sul traghetto che collega la Sicilia alla Calabria. “Questo perché vogliamo presentare la discussione in chiave nazionale”, conclude Chisari.

Mario Grasso

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