«Lo hanno arrestato? Ma quando?». Il sindaco Nino Di Guardo è incredulo. La notizia dei domiciliari per il suo vicesindaco, Carmelo Santapaola, lo coglie alla sprovvista. Il profilo del suo numero due, finora, era stato abbastanza semplice: oltre duemila voti alle scorse elezioni amministrative, un sostegno granitico nei quartieri di Misterbianco, l’alleanza con mister 32mila preferenze Luca Sammartino, un passato politico che torna indietro di oltre dieci anni. A questo, però, la procura di Catania ha aggiunto oggi un altro tassello: i cugini eccellenti, Carmelo, Giuseppe Gabriele e Vincenzo Placenti, ritenuti dagli investigatori punti di riferimento della famiglia Santapaola-Ercolano. Il politico misterbianchese aveva preferito riattaccare il telefono anziché rispondere alla domanda di MeridioNews sui due uomini arrestati nei giorni scorsi. Adesso le manette si sono strette attorno ai suoi polsi: l’accusa è di intestazione fittizia di beni. L’Orso bianco caffè, sequestrato nei giorni scorsi, sarebbe in realtà suo e dei fratelli Placenti, anziché di suo figlio.
Già nei giorni del sequestro l’aria era tesa. «Sinceramente non lo so perché ce l’hanno chiuso. Posso garantire che con la nostra gestione è tutto regolare, forse si riferiscono a fatti del passato…», sosteneva la settimana scorsa il politico. Si vocifera che, dopo l’approfondimento di questa testata proprio su quel chiosco-centro scommesse in via Milano, a Monte Palma, a Carmelo Santapaola sia stata prospettata anche l’ipotesi delle dimissioni. Che però non sono arrivate. «Ritengo che lui sia una persona certamente di buonsenso – dichiara Nino Di Guardo a questa testata – Immagino che sarà lui per primo a fare un passo indietro a strettissimo giro». E se così non fosse? «Mi troverei costretto a prendere provvedimenti in questo senso. Non è possibile che rimanga nella mia giunta una persona agli arresti». Niente garantismo, insomma, per il suo redivivo braccio destro? «Questa è un’altra cosa. Se la magistratura ha elementi tali da metterlo agli arresti, io certamente non posso fare finta di niente».
Nel 2014 Di Guardo sfiduciò platealmente colui che già allora era il numero due al Comune di Misterbianco. Un primo accordo risaliva, infatti, alle Comunali del 2012: Santapaola – all’epoca consigliere eletto nel centrodestra locale, in una lista patrocinata dall’ex deputato Angelo Lombardo – sposa il ritorno in campo di Di Guardo e ne diviene vicesindaco. Due anni dopo, però, mentre in città infuriano le polemiche sulla discarica di Tiritì, il primo cittadino accusa Santapaola, e altri consiglieri nel frattempo transitati con Sammartino, di ostacolare la sua «battaglia» per la chiusura del sito gestito dall’Oikos. Scattano le dimissioni e i due si lanciano fendenti anche a mezzo stampa. Tutto però, tre primavere più tardi, diventa acqua passata.
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