In questo momento difficile per l’Università, l’ultima cosa di cui si sente il bisogno sono gli atteggiamenti “aventiniani”. Questo il senso del messaggio al Magnifico Rettore di un docente dell’ateneo catanese, Salvatore Berretta, in una lettera aperta in cui l’ordinario di Chirurgia del Policlinico dichiara di non condividere la scelta del prof. Antonio Recca di annullare i tradizionali incontri prenatalizi con tutto il mondo accademico
Caro Magnifico
Nell’aprire la posta elettronica,com’è mia abitudine a fine giornata, ho letto con un certo rammarico che la M.V.I. ha annullato tutti gli incontri prenatalizi, tradizionalmente da sempre un’occasione per incontrarLa in maniera un po’ diversa (se non altro, perlomeno un po’ meno pressati dal turbinio della quotidianità).
Condivido appieno le sue perplessità e le preoccupazioni per il difficile momento politico, per le contestazioni e le ripercussioni sull’Università che sta provocando la riforma alla porte della Gelmini, per il malcontento dei giovani e dei meno giovani che orbitano attorno al mondo Accademico, per la mancanza di aspettative future, per la crisi economica e la crescente ingerenza politica, condizioni che stanno assestando il colpo di grazia all’Università.
Comprendo la sua amarezza, forse la consapevolezza di non poter reagire tranne a comportarsi come Don Chisciotte contro i mulini a vento; ma non me ne voglia Magnifico, ciò nonostante, non condivido gli atteggiamenti “aventiniani”: infatti, lungi l’idea di scambiare doni o sterili auguri, l’incontro tra Lei e tutto il mondo Accademico, potrebbe essere utilizzato in questo contesto così difficile, per conoscere ed approfondire le opinioni in merito di tutti noi, per cercare di salvare il salvabile, per prendere decisioni anche drastiche, purchè costruttive.
Caro Magnifico, nell’augurarLe per quanto possibile un sereno Natale (ed estendo questo augurio a quanti leggeranno la mia mail) ribadisco che rispetto ma non condivido la sua scelta. Anche nella peggiore delle ipotesi, che veramente l’Accademia sia giunta “alla frutta”, pur sempre preferisco rispecchiarmi nella leggendaria “Araba Fenice”; nonostante tutto, non dispero per i giovani e per quanti credono nel ruolo fondamentale per la Società che l’Università deve continuare a svolgere.
Catania 16.12.2010
Prof. Salvatore Berretta
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