Se Crocetta fa ‘ballare’ la Samba al Pd

Lo confessiamo: ci stiamo divertendo un sacco. Tutto potevamo immaginare, ma non che il nuovo presidente della Regione, Rosario Crocetta, costringesse i Partiti che lo sostengono – soprattutto il Pd siciliano – a certi ‘capitomboli’.

Ha detto che non avrebbe inserito parlamentari nel Governo e ha mantenuto l’impegno assunto. Ha detto che avrebbe ultimato la composizione della giunta in sette giorni ed è stato, ancora una volta, di parola.

I nostri lettori, che per fortuna crescono di giorno in giorno – e anche qualche nostro collaboratore – si chiedono perché, da quando Crocetta è stato eletto presidente, abbiamo, piano piano, cambiato giudizio su questo personaggio, sul suo Governo e persino sulla sua coalizione.

In realtà, noi non abbiamo mai cambiato giudizio. Semmai, i dubbi che abbiamo manifestato sul politico Crocetta in campagna elettorale si stanno diradando. Ma non siamo noi a diradarli: è il presidente Crocetta che, con i suoi atti, adottati alla luce del sole, va eliminando, piano piano, i nostri dubbi.

Come i nostri lettori ricorderanno, noi, in campagna elettorale, pensavamo – ma non eravamo i soli – che Crocetta, una volta eletto, diventasse ostaggio dei settori meno ‘eleganti’ – chiamiamoli così – del Pd siciliano. Dobbiamo prendere atto che ci siamo sbagliati. Perché il nuovo presidente – questo ormai dovrebbe essere chiaro a tutti – ha dimostrato grande indipendenza dal Pd. Soprattutto da quei settori del Pd meno ‘eleganti’.

Ora i nostri lettori diranno: d’accordo, Antonello Cracolici, che pensava di diventare presidente dell’Ars o, come minimo, assessore regionale, è rimasto a piedi, ma Beppe Lumia è più che mai attaccato come una cozza al presidente Crocetta. Verissimo. Ma noi non abbiamo mai criticato Lumia per partito preso, o per antipatia personale: ma per le sue scelte politiche che non abbiamo condiviso (come quella di far perdere le elezioni primarie dello scorso 4 marzo a Rita Borsellino).

Ma se oggi Lumia appoggia una giunta fuori dagli schemi del suo Partito, beh, questo va a suo onore. Direte: Lumia sta dando vita, insieme con Crocetta, a un nuovo soggetto politico che andrà a federarsi al Pd alle prossime elezioni nazionali.

A questo punto, però, ci dobbiamo mettere d’accordo: se mezzo Pd siciliano – anzi forse molto di più di mezzo Pd siciliano – è imbufalito con Crocetta che li ha messi tutti a ‘stecchhetto’, facendogli ‘leccare da sarda’, minacciando persino di tornare alle urne se i dirigenti del Pd siciliano non si adegueranno alla nuova giunta, è così matematica l’alleanza elettorale tra questo ipotetico soggetto politico e il Pd?

La verità è che, su Crocetta – dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo – ci siamo sbagliati. Il nostro è un giornale che cerca, pur tra i tanti limiti provocati da una classe politica di ‘ascari’, di difendere le ragioni dell’Autonomia siciliana. Avremmo preferito – e l’abbiamo anche scritto – un assessore regionale all’Economia legato al nostro territorio. Invece è arrivata un romana segnalata dal Pd di Sergio D’Antoni e Giuseppe Lupo.

Detto questo, Crocetta ha affermato a chiare lettere che si batterà per far applicare l’articolo 37 dello Statuto autonomistico della nostra Isola. E’ quella parte della nostra ‘Carta’ che imporrà alle imprese non siciliane di pagare le imposte in Sicilia (fino ad oggi, per citare un esempio, i titolari delle raffinerie dislocate in Sicilia – titolari che non sono siciliani – pagano le imposte nelle regioni italiane di provenienza: una truffa ai danni dei siciliani, se è vero che lasciano qui l’inquinamento e si portano nelle loro regioni utili e imposte). Glielo vogliamo dare o an, al nuovo presidente della Regione, i tempo di iniziare questa battaglia politica?

Certo, gli argomenti sono tanti. I rifiuti, per esempio. Il Governo Lombardo, che ne ha combinate di tutti i colori, prima di andarsene, ha reintrodottola possibilità di realizzare i termovalorizzatori (leggere inceneritori di rifiuti). Tutto questo dopo che lo stesso Lombardo aveva detto e ripetuto, per quattro anni, di essere contro i termovalorizzatori (che coerenza!). Quindi se n’è andato a Roma per firmare con il Governo nazionale un accordo folle per bruciare i rifiuti nei forni delle cementerei siciliane. Un’assurdità, perché se tale metodo venisse attuato avremmo uno spaventoso inquinamento dell’aria.

Ebbene, Crocetta, appena insediato, ha detto che questo Piano dei rifiuti non gli piace. E che non consentirà la combustione dei rifiuti nei forni delle cementerie. Alla fine, è quello che chiedevamo noi in campagna elettorale. Contro il Pd – e contro Legambiente Sicilia – che avevano sponsorizzato questo assurdo accordo con le cementerei dell’Isola.

Sulla mafia, al i là delle formule e delle polemiche sollevate dal settimanale ‘Panorama’ sul passato dello stesso Crocetta, il presidente si è schierato in favore di chi, nei mesi, scorsi, era schierato con l’ex presidente Lombardo. Non si tratta di una casa di poco conto. Anzi.

Sulla gestione dei Consorzi Asi in liquidazione l’ex assessore regionale, Marco Venturi, aveva colpito duro. Mettendo in crisi i mafiosi che orbitano, da sempre, attorno a questo settore. Il Governo Lombardo gli ha tagliato la strada. Venturi è stato costretto alle dimissioni. E si è dimesso lanciando accuse pesantissime a carico dell’ex presidente della Regione. Accuse gravi delle quali si occuperà la Giustizia.

Ebbene, rispetto a una vicenda inquietante Crocetta non ha avuto esitazioni: si è schierato con l’ex assessore Venturi. Questi sono i fatti, che in politica contano molto di più delle parole, anche belle.

Certo, non mancano le questioni aperte. Come la gestione pubblica dell’acqua, Osteggiata, nella passata legislatura, dal Governo Lombardo e da tutta la vecchia Assemblea regionale siciliana. Crocetta, in campagna elettorale ha detto di essere favorevole alla gestione dell’acqua pubblica. Glielo vogliamo dare i tempo di capire come affrontare questo tema?

Idem per il Muos di Niscemi. Non è una questione semplice. Perché al Muos di Niscemi – strumento di guerra pericolosissimo per la salute umana (non a caso gli altri due Muos esistenti al mondo sono stati realizzati nei deserti) – hanno detto “sì” per tre Governi nazionali del nostro Paese: il Governo Prodi, il Governo Berlusconi e il Governo Monti. E, naturalmente, gli ‘ascari’ del Governo Lombardo (gli uffici dell’assessorato al Territorio e Ambiente: quelli, per intendersi, che da quasi trent’anni tollerano i veleni nelle aree industriali di Siracusa, di Priolo, di Melilli, di Gela, di Milazzo, di Augusta, nelle zone dove sorgono le centrali elettriche nel Messinese, eccetera eccetera eccetera).

Un consiglio a Crocetta: si rivolga direttamente al presidente Usa, Obama – ormai il presidente della Regione siciliana ha l’autorità per avanzare tale richiesta – e gli chieda, nel nome della salute pubblica dei siciliani, di sbaraccare il Muos. Se Obama è progressista, come tutti dicono, dovrebbe valutare attentamente la richiesta dei siciliani. (g.a)

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Redazione

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