Scuole cattoliche, la Regione taglia i fondi Ncd: «A rischio 3mila prof». M5s: «Altre priorità»

Tremila insegnanti licenziati e oltre 75mila studenti che finiranno per affollare ancora di più le aule delle scuole pubbliche. Il monito arriva dal vicepresidente della commissione Bilancio dell’Ars Vincenzo Vinciullo, secondo il quale il futuro dell’istruzione in Sicilia sarebbe a rischio. L’attenzione del deputato regionale va alle scuole cattoliche, che negli ultimi anni hanno visto scendere drasticamente i finanziamenti da parte della Regione.

Negli scorsi giorni Vinciullo, insieme agli altri componenti della seconda commissione, ha incontrato i rappresentanti degli istituti religiosi nel corso di un’audizione a cui ha preso parte anche il vescovo di Monreale Michele Pennisi: «In solo un anno, le risorse per le scuole cattoliche sono drasticamente diminuite – dichiara il deputato a MeridioNews -. Siamo passati da un totale di circa 27 milioni di euro a poco meno di 6 milioni». Per l’esponente del Nuovo Centrodestra, la crisi della Regione non dovrebbe incidere nella scelta di finanziare in maniera adeguata gli istituti religiosi: «Problemi di bilancio? Suggerirei alla Regione di pensare al rischio di ritrovarsi in un anno con 75mila studenti costretti a scegliere le scuole statali e alla possibilità di trovarsi con 3mila insegnanti a spasso», continua Vinciullo. 

Di poco rilievo anche la considerazione per cui in uno Stato laico la precedenza dovrebbe andare alle scuole pubbliche: «Questo taglio di risorse viola il diritto costituzionale della libertà di educazione – ribatte il deputato -. Inoltre, è assurdo che i genitori degli alunni delle scuole private si trovino a pagare due volte l’educazione dei propri figli: pagando le tasse come tutti, e poi anche con le rette, che con queste decurtazioni, si innalzeranno inevitabilmente».  

A commentare la possibilità di rimpinguare le risorse per le scuole cattoliche è stato anche l’esponente del Movimento cinque stelle Giorgio Ciaccio: «In un momento come quello attuale, i finanziamenti alle scuole private, per quanto siano equiparate agli istituti pubblici, non devono occupare i primi posti dell’agenda di un governo», sottolinea il deputato a MeridioNews. Anche se, secondo Ciaccio, la questione precarietà del bilancio non può essere una giustificazione per tutto: «Abbiamo ricordato più volte all’assessore all’Economia Alessandro Baccei che si tratta soltanto di fare delle scelte. Tagliando le indennità dei parlamentari e sospendendo i ridicoli premi obiettivo per i burocrati si recupererebbero molti soldi. Destinarli agli istituti privati? Esistono altre priorità».

Si mantiene cauta anche la Flc-Cgil: «Come sindacato siamo vicini anche ai dipendenti delle scuole private religiose – dichiara Franca Giannola -. Le stime fornite da Vinciullo mi sembrano eccessive. I dati comunque dicono che il minor afflusso di studenti nelle scuole religiose deriva dalla richiesta di sempre più ragazzi di frequentare istituti che maggiormente rispecchiano la società nella sua varietà. Senza arroccamenti».

Simone Olivelli

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