Scuola Sperone-Pertini, riqualificati alcuni plessi «Questi quartieri sono il vero futuro di Palermo»

Composto da ben sette plessi totali con mille alunni circa e situato nei quartieri Brancaccio-Sperone-Settecannoli, l’Istituto comprensivo Sperone-Pertini avrebbe tutte le carte in regola per essere una delle realtà scolastiche più a rischio di Palermo. Ma non è così. Sono molti infatti i risultati concreti ottenuti negli anni dalla dirigente scolastica Antonella Di Bartolo, che mirano a ribaltare questo pregiudizio. Ultimo, in ordine di tempo, quello ottenuto al termine del progetto Fare scuola, lanciato nel 2015 dalla Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi ed Enel Cuore Onlus con l’obiettivo di intervenire in 60 scuole dell’infanzia e primarie nel territorio nazionale nell’arco di tre anni, per migliorare la qualità degli ambienti scolastici intesi come contesti di apprendimento e luoghi di relazione.

«Brancaccio e Sperone sono il vero futuro di Palermo», ha esordito il sindaco Leoluca Orlando all’inaugurazione di questa mattina, presso la scuola dell’infanzia Sacco e Vanzetti. Al suo fianco anche il vice sindaco Emilio Arcuri e l’assessora alla Scuola Barbara Evola. «Questa scuola è un motivo per avere un po’ di sana autostima in una terra in cui ci si lamenta spesso dicendo che tutto va sempre male – continua il primo cittadino – Dobbiamo autostimarci e molto di questo lavoro parte dalla scuola. La città di Palermo ha ricevuto molti attestati di stima, dalla scelta di renderla sede di Manifesta ai riconoscimenti Unesco. Oggi stiamo stimando la scuola, che sta costruendo proprio la sua autostima».

D’obbligo i ringraziamenti agli sponsor che hanno portato avanti e reso possibile il progetto Fare scuola, ma anche al team di assessori, da Arcuri a Evola, che hanno lavorato per la riqualificazione degli ambienti scolastici palermitani, fino a pochi anni fa in condizioni pietose. «Quando ho iniziato la mia esperienza di sindaco circa 140 plessi scolastici erano inagibili. Mi dissi che avremmo fatto i pazzi per mettere tutto a posto e così è stato. Non bisogna nascondere i problemi – conclude Orlando – Voglio ringraziare anche la Reset che lavora qui, una grande squadra, quella che era un azienda fallita, ex Gesip, ma che in realtà era una vergogna solo per come veniva amministrata e non per i suoi lavoratori che sono rimasti gli stessi».

A essere coinvolte direttamente nell’iniziativa di riqualificazione sono state, appunto, la scuola dell’infanzia Sacco e Vanzetti e la scuola primaria Padre Giuseppe Puglisi, due dei sette plessi dello Sperone-Pertini, in cui sono stati realizzati i progetti proposti dall’architetto Francesco Librizzi. Nella prima i lavori hanno riguardato principalmente l’ingresso esterno del plesso scolastico, caratterizzato da un’ampia porzione di verde e dove questa mattina è stato ufficialmente inaugurato il progetto denominato La linea dell’ombra: l’area è stata ampliata grazie alla sistemazione della pavimentazione, sono state create delle zone ombreggiate per assicurare momenti di ristoro per i bambini e sono state poste nuove piante e nuovi arredi per stimolare e agevolare il gioco oltre che la didattica.

Nella scuola primaria invece è stato realizzato il progetto Piazza delle parole: i lavori hanno riguardato soprattutto il lungo corridoio che attraversa il plesso e il salone principale, da oggi non più luoghi di passaggio ma di relazione e scambio. Fiori all’occhiello del progetto sono il nuovo teatro-auditorium per i ragazzi e la biblioteca, insieme all’area creata per le attività di piccoli gruppi e l’atelier digitale, una sorta di progetto all’interno del progetto: «Dentro Fare scuola c’era anche Fare scuola digitale – spiega a MeridioNews la preside Di Bartolo – In questo spazio si mescolano digitale e analogico. I bambini vengono riabituati a manipolare, a prendere materiali dal giardino o dal litorale, per proiettarli poi sulla parete bianca e scoprire cose nuove. Qui si fanno dialogare linguaggi differenti». La riqualificazione di questi spazi fisici, supportata in tutte le sue fasi dal Comune di Palermo, rappresenta solo un punto di partenza per un’obiettivo ben più coraggioso: una riqualificazione dei processi educativi dei ragazzi.

Silvia Buffa

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