Scontri in via Libertà, sono otto gli arrestati Polemica su presunte implicazioni ideologiche

«Gli scontri di ieri pomeriggio tra tifosi palermitani e laziali non hanno nulla a che fare con la partita ma, probabilmente, hanno una matrice ideologica» Queste le parole del questore, Guido Longo. Sono otto i giovani fermati dalla polizia per la rissa scoppiata in via Libertà che ha visto coinvolti tifosi del Palermo e della Lazio. Quattro gli ultrà laziali finiti in manette: Massimiliano Morelli, Gabriele Lordi, Daniele Casella e Marco Massaro. Altrettanti i palermitani: Chedli Aloui, Emmanuele Surdi, Emanuele Cardella e Alberto Gabriele Bruneo. L’accusa è quella di rissa aggravata e lesioni. Secondo la questura, dunque, dietro alla rissa ci sarebbe molto di più della semplice contrapposizione calcistica. I quattro palermitani, infatti, sono vicini ai centro sociali Anomalia ed Ex Karcere. Indagato anche Mattia Falcone, il giovane che ha avuto la peggio negli scontri e si ritrova ricoverato all’ospedale Villa Sofia con una mascella fratturata. 

«Quello che  successo nel pomeriggio non ha nulla a che vedere con quello che è successo allo stadio», ha detto il questore Guido Longo. «Nel primo caso si è trattato di uno scontro con alla base motivi politici. Alla Favorita gli episodi di violenza hanno seguito l’andamento della partita. Così si fa male soltanto alla squadra e alla città».

«Ancora non sappiamo come i fumogeni siano entrati allo stadio», specifica il dirigente della Digos Egidio Digiannantonio. «Sono in corso accertamenti. Questi fumogeni entrano allo stadio, ma per un fatto di natura giuridica non è possibile effettuare perquisizioni corporali su ogni persona che entra. I controlli sono ispezioni, effettuate dagli steward. Chi si rifiuta di fare il controllo diventa una persona sospetta».

A respingere con forza l’ipotesi della rissa per motivi politici è comunque il centro sociale Anomalia, che in una nota ha specificato come i fermati abbiano agito esclusivamente come ultras. Una posizione sostenuta anche da Giorgio Bisagna, legale dei quattro fermati palermitani. «Non posso che deplorare valutazioni effettuate al di fuori di un rigoroso accertamento che va fatto solo ed esclusivamente nelle aule di giustizia, almeno finché esisterà una Costituzione che prevede l’esistenza di un giusto processo». 

«Le implicazioni ideologiche – continua l’avvocato – sono senza fondamento e sintomatiche della volontà di celebrare processi fuori dalle aule di giustizia ed emettere condanne al di fuori del sistema giudiziario. Non è una procedura che possiamo accettare. Non voglio neppure immaginare che si vogliano trovare capri espiatori per giustificare le vistose pecche nella gestione dell’ordine pubblico in questa occasione». Secondo la ricostruzione della questura sarebbero stati i palermitani a dare il via ai tafferugli, aggredendo i laziali che si stavano recando probabilmente a pranzo in un noto bar di via Libertà.

E in tarda serata il giudice Daniela Vascellaro ha convalidato, come chiesto dalla Procura di Palermo, gli arresti degli otto tifosi. Per tutti il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere. Il processo è stato rinviato al 22 aprile, data in cui i legali degli indagati potranno scegliere eventualmente riti alternativi. L’inchiesta è stata coordinata dal Procuratore Aggiunto Leonardo Agueci. 

Gabriele Ruggieri

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