L’emozione l’ha assalita in semifinale, quando ha avuto la certezza di essere arrivata in zona medaglie. «Ho lottato per rispedire indietro le lacrime». Attimi che Rossella Fiamingo, 23enne catanese e neo campionessa mondiale di spada, ha congelato subito per tornare a concentrarsi sulla gara. Stoccata dopo stoccata fino al tetto del mondo. «Non ho mai pensato di poter arrivare fino a lì, solo in finale a poco a poco il sogno si è materializzato». Ieri nella finale di spada dei campionati mondiali in corso di svolgimento a Kazan, in Russia, l’atleta di San Giovanni La Punta ha battuto la tedesca Britta Heidemann, di quasi dieci anni più grande di lei, oro alle Olimpiadi di Pechino 2008 e argento a Londra 2012. Nello stesso giorno l’acese Enrico Garozzo ha vinto il bronzo nella spada maschile individuale. Corsi e ricorsi storici: i due atleti siciliani nel 2008, sempre nello stesso giorno, avevano vinto l’oro ai Mondiali giovanili di Acireale, ognuno nella rispettiva categoria.
CTzen aveva intervistato la neocampionessa mondiale tre anni fa, ai mondiali di Catania. Rossella, cos’è cambiato rispetto al 2011?
Sono cresciuta e stavolta non ho ripetuto gli errori del passato. Le sconfitte mi hanno aiutato. Ieri i miei allenatori mi hanno detto che sono stata impeccabile. E anche io, rivedendomi nei video, forse per la prima volta mi sono piaciuta. Prima, ogni volta che mi guardavo a posteriori, trovavo qualcosa che mi dava fastidio.
C’è stato un momento in cui hai pensato di poter diventare campionessa mondiale?
No, sono andata botta per botta. Solo in finale ho pensato davvero di poter vincere. Per il resto, l’unico momento in cui ho faticato a trattenere le emozioni è stato prima delle semifinali, quando ho avuto la certezza di essere entrata in zona medaglie.
Ci hai raccontato come hai iniziato a praticare la scherma, seguendo le orme di tuo fratello. Da piccola pensavi di arrivare sul tetto del mondo?
Per anni ho fatto sport solo per divertimento, fino agli under 17. In quel momento ho cominciato a pensare seriamente a dove potevo arrivare e sognavo di partecipare alle Olimpiadi. Sono spesso stata la più piccola del gruppo, una situazione che mi ha reso orgogliosa, ho avuto l’occasione di imparare molto guardando gli altri.
C’è in particolare qualcuno che hai avuto come modello?
Giovanna Trillini è il mio principale punto di riferimento. Adesso è anche mio capo nella squadra della Forestale.
Tu, Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Giorgio Avola. I siciliani – catanesi in particolare – che hanno raggiunto i vertici della scherma mondiale sono tanti. Una fioritura di talenti frutto di una congiuntura eccezionale o di una valida programmazione?
La scuola siciliana è forte. A Catania in questo momento ci sono sei società e il movimento è altamente competitivo. Questo è sicuramente uno dei fattori determinati di questi successi. Qui ai Mondiali siamo tre siciliani solo nella spada.
Che rapporto hai con la tua città?
Nella maggior parte dei casi gli atleti vanno fuori per allenarsi. Io ho scelto di rimanere a Catania perché ci vivo bene. Ho il mio allenatore, la mia famiglia e i miei amici. La città è bellissima, non ho alcun motivo per andare via.
Quali sono adesso i tuoi prossimi obiettivi?
Resta ancora la gara a squadre che si svolgerà il 23. Abbiamo un gruppo compatto, ci conosciamo bene e secondo me le possibilità di far bene sono alte. Dobbiamo giocare al massimo. Le avversarie da battere saranno la Russia e la Romania.
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