Cambio di percorso per Sant’Agata. Cade copiosa la pioggia sulla città e alle 7 del mattino, ai Quattro Canti, il capovara Claudio Baturi ordina ai fedeli di portare la Santuzza in Cattedrale. Niente salita di Sangiuliano né canto delle suore Clarisse di via Crociferi: due delle tradizioni più sentite dai devoti. Questioni di sicurezza: nonostante i recentissimi lavori di bocciardatura della pavimentazione lavica di via Sangiuliano, la strada è troppo pericolosa. Si scivola. I cittadini però non ci stanno. Si ribellano e cercano di far avanzare lo stesso il fercolo tirandolo con i cordoni. Così facendo uno dei meccanici della vara, che a quanto pare aveva una mano tra gli ingranaggi, rimane ferito. Cresce la tensione e tutto si blocca per ore. I devoti sembrano tifosi allo stadio piuttosto che a una processione cattolica. Alle 9.30 circa la Santa rientra in Cattedrale. C’è molta confusione. C’è chi grida e chi si lamenta. La cattedrale è gremita, ma l’atmosfera è tutt’altro che di festa. La calca è tanta e le persone sono addirittura entrare nella celletta della patrona etnea impedendo di posizionare il busto reliquiario. La scena è un po’ imbarazzante e monsignor Barbaro Scionti, delegato arcivescovile, dall’altare urla: «È uno spettacolo vergognoso» ammonendo i concittadini. «Certa gente non dovrebbe portare il sacco di devozione a Agata», lamenta qualcuno. «Mi vergogno di quanto sta accadendo», aggiunge qualcun altro. Alla fine il busto è stato riposto nella sua celletta. L’atmosfera continua ad essere tesa in piazza Duomo. La festa di sant’Agata, tra devozione e folklore, è finita anche quest’anno.
[Foto di Salvo Puccio]
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