Il conto alla rovescia è ormai agli sgoccioli ma la quadra non è stata ancora trovata. Il prossimo 14 settembre scadrà il secondo mandato del Comitato per la festa di Sant’Agata, l’organizzazione nata nel 2015 dalle volontà incrociate del Comune di Catania e della curia. Da allora al vertice siede Francesco Marano, ex vicesegretario regionale del Partito democratico e fedelissimo dell’ex primo cittadino etneo Enzo Bianco. Secondo il regolamento l’esperienza di Marano dovrebbe concludersi a giorni ma le sorprese potrebbero essere dietro l’angolo. Il motivo è tutto da ricercare nel nome del suo successore. Da Palazzo degli elefanti, così come dalla sede della curia, non trapela nulla.
Un silenzio che potrebbe essere decifrato come una sorta di mancanza di alternative. Ecco perché Marano, magari con una deroga al regolamento ufficiale, potrebbe essere indicato come presidente del comitato anche per l’edizione 2020 della festa. Un appuntamento come sempre molto atteso ma che si porterà dietro quanto avvenuto a febbraio scorso. Con la mancata salita di via di Sangiuliano e le dure parole del parroco della cattedrale Barbaro Scionti ai devoti radunati in piazza Duomo, durante il rientro del fercolo.
Fino a qualche mese fa, con il cambio di guardia nell’amministrazione e l’elezione a sindaco dell’ex forzista Salvo Pogliese, l’idea di vedere ancora Marano nel ruolo di presidente era praticamente impensabile. Ma è anche vero che il suo sostituto non può essere pescato nel tradizionale spoil system. Perché passato un periodo da apprendista è innegabile che tra i requisiti da presidente ci debba essere quello di avere una certa dimestichezza con la macchina organizzativa. Anche perché i tempi sono davvero stretti e alle porte ci sono già i preparativi per l’edizione dei festeggiamenti del prossimo anno. Secondo il regolamento «presidente, vice presidente e membri del comitato dovranno essere designati entro il 15 settembre dell’inizio del biennio». Uno dei nomi, che alcune voci davano come gradito all’amministrazione salvo poi sgonfiarsi, era stato quello dell’ex capovara Claudio Baturi.
Dentro al complesso meccanismo dei festeggiamenti agatini il comitato non è però l’unico organo a navigare a vista in questi mesi. Al momento è bloccata anche la situazione all’interno delle varie associazioni dei devoti. Passate le elezioni di maggio, e l’adozione del nuovo statuto unico, manca ancora la ratifica degli eletti. Un passaggio necessario ma che resta in bilico a causa di alcuni possibili profili di incompatibilità finiti sulla scrivania del vescovo Salvatore Gristina. In particolare sotto osservazione c’è il consiglio direttivo dell’associazione maschile Sant’Agata cattedrale. Governata dal 1996 da Baturi e che a maggio scorso ha segnato la vittoria di Giuseppe Naselli.
In questo lungo elenco che mischia burocrazia, fede e politica la scadenza più attesa riguarda proprio il vescovo. Gristina il 23 giugno 2021 compirà 75 anni. Età in cui i vescovi, secondo le norme del diritto Canonico, devono presentare al Papa la rinuncia al governo pastorale. Spetterà poi a Francesco decidere se accoglierle o concedere una proroga fino a 77 anni.
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