Le mura della
chiesa di Sant’Agata al carcere prima incendiate, e poi annerite dal fumo dei cerei accesi. Sono le immagini immortalate in un video pubblicato dalla pagina Facebook Lungomare liberato: le fiamme partono dai ceroni dei devoti, appoggiati su uno dei prospetti del santuario di piazza Santo Carcere. Un luogo simbolo per le celebrazioni agatine, ma non uno dei punti autorizzati all’autorizzazione dei ceroni. I vigili del fuoco sono stati costretti a spegnere il fuoco poco prima dell’una del mattino e, a un primo controllo, non risultano altri interventi nel corso della nottata. «Per il fuoco della cera abbiamo registrato solo quella chiamata alle 00.40», confermano dalla sala operativa dei pompieri. «Mi dicono che la festa quest’anno abbia coinvolto circa un milione di persone e, fino a questo momento, non c’è stato alcun problema», risponde Francesco Marano, presidente del comitato che organizza la festa.
«Ovviamente la chiesa di sant’Agata al carcere non è un punto autorizzato all’accensione dei ceroni – dice Marano – Ce ne sono altri, con la sabbia e lo spazio necessario per manifestare devozione in tutta sicurezza». Per esempio
piazza Stesicoro, piazza Borgo e via Dusmet. «Quindi quei cerei infiammati lì contravvenivano chiaramente all’ordinanza del sindaco Enzo Bianco». Che ne vieta la circolazione e l’accensione a esclusione degli spazi individuati. «Con le candelore abbiamo fatto un lavoro imponente – continua il presidente del comitato – Ma con i ceroni è più complicato: sono cittadini privati, intervenire caso per caso è difficile ed è chiaramente una questione di ordine pubblico, più che di organizzazione complessiva». Di soluzioni, allo stato attuale, sembrano non essercene: «Bisogna trovare nuovi modi, visto che quelli provati finora hanno funzionato solo parzialmente – conclude Francesco Marano – Registriamo, intanto, un dato positivo: a parte questo, non c’è stato nessun altro problema».
In realtà, però, un altro problema ci sarebbe stato: una
fuga di gas in via Antonino Longo, segnalata in nottata ai pompieri e ai dipendenti dell’Asec, l’azienda che gestisce la rete del gas nel capoluogo etneo. Secondo quanto riportano fonti di stampa, il punto esatto della perdita non sarebbe stato individuato. Motivo per il quale sarebbe stata scavata una buca profonda diversi metri, riempita con dell’acqua per tentare di tamponare la pericolosità della fuoriuscita.
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