Sant’Agata ’16, un vigile per ogni candelora Fuori dal regolamento abusivi e pregiudicati

«Con il presente regolamento il comitato intende fissare le regole affinché la partecipazione delle candelore alla festa di Sant’Agata si svolga nel rispetto più assoluto della legalità». È con queste parole che inizia il regolamento per la partecipazione delle candelore alle celebrazioni agatine. Un documento richiesto da più parti, e da anni, che dovrebbe avere per obiettivo quello di evitare che i 12 cerei votivi si rendano protagonisti di fatti come quello dell’anno scorso, legato all’annacata del cereo degli ortofrutticoli in via Torre del vescovo. Fuori dal percorso stabilito e nelle immediate vicinanze dell’abitazione del presunto boss del clan Cappello Massimiliano Salvo, all’epoca agli arresti domiciliari. Ed è proprio quello degli spostamenti delle candelore uno dei nodi fondamentali dell’elenco di regole fissate dal comitato per la festa. «Ognuna delle associazioni deve previamente comunicare alla questura e al Comune di Catania i giorni, gli orari e le strade che il cereo percorrerà», si legge nel documento che è stato presentato stamattina. Ma che risponde solo in parte ai rilievi del comitato per la legalità di Sant’Agata.

«È un inizio», dice il presidente del comitato Francesco Marano. «Abbiamo cominciato a tracciare la strada, ma il percorso è ancora lungo – sostiene – Bisogna dare atto che qualcosa è stato fatto». Da quest’anno alcuni annunci delle edizioni passate sono stati messi nero su bianco. Per esempio, oltre all’obbligo di comunicare il percorso, anche quello per le candelore di rilasciare ricevute fiscali per ogni donazione. «È un invito ad agire nel rispetto delle leggi dello Stato», interviene il vicepresidente del comitato delle feste agatine, Giuseppe Barletta. «La grande sorpresa è stato apprendere che fossero proprio le candelore a voler sottoscrivere un regolamento – dice -. È diffusa l’idea che dietro ai cerei ci siano chissà quali interessi». Come quelli raccontati dai pentiti che hanno parlato nel processo Sant’Agata, per il quale tutti gli imputati sono stati assolti in Appello. «Si tende a dimenticare – prosegue il vicepresidente – che sono persone che si sacrificano per la festa e che svolgono un servizio per tutta la città». Ciascun portatore, comunque, percepisce un rimborso per il lavoro nei giorni della festa. Circa 840 euro lordi, fanno sapere dal Comune, che vengono versati direttamente nelle casse delle associazioni che gestiscono i cerei.

Il mancato rispetto delle prescrizioni previste dal comitato agatino comporterà «l’immediata esclusione del cereo dalla partecipazione ai festeggiamenti per l’anno in corso, con conseguente non corresponsione del contributo da parte del comitato, nonché la mancata partecipazione del cereo per l’anno/gli anni successivi». E non è tutto. A ogni candelora nei giorni delle festività agatine (il 3, 4 e 5 febbraio) sarà affiancato almeno un vigile urbano. Al quale spetterà il compito di controllare che tutto si svolga secondo le regole. Eventuali violazioni – «proporzionalmente alla loro gravità», dice Marano – saranno contestate sul momento. Oppure al termine della festa. Ma non è ancora stato stabilito quanto saranno considerate gravi le variazioni di percorso. Come la sosta imprevista in via Torre del vescovo del cereo degli ortofrutticoli. «Una patata bollente», come è stata bollata oggi, che è costata a MeridioNews una querela per diffamazione aggravata formulata dai responsabili del cereo, rispetto alla quale la procura di Catania ha richiesto l’archiviazione rilevando che questa testata si è limitata a «ricostruire i fatti avvenuti». 

«In quella vicenda non sono stati ravvisati rilievi penali», affermano dal comitato. «Non abbiamo stilato un codice civile – interviene Barletta – Non si deve trasgredire». Restano fuori dal regolamento, però, alcuni dei punti fondamentali sostenuti dalle associazioni civiche che compongono il comitato per la legalità. «Assieme alle candelore, tra le aree di sofferenza della festa ci sono i torcioni accesi e i venditori ambulanti abusivi», spiega Renato Camarda di Libera e referente del comitato legalitario. «Rispetto a questi aspetti – domanda Camarda – si intende fare qualcosa?». «Ci stiamo lavorando e ringraziamo per le sollecitazioni», replica Marano. Per il momento, resta il fatto che saranno mantenute le isole della legalità in piazza Cavour e piazza Palestro. Ulteriori rilievi in direzione di un sereno svolgimento della festa, poi, sono rimandati a un futuro protocollo d’intesa con la prefettura di Catania. E a chi domanda se sia possibile pensare di valutare il passato giudiziario dei portatori delle candelore, come avvenuto a Paternò dopo l’inchino di una varetta sotto casa della famiglia Assinnata, Francesco Marano risponde: «Non possiamo pensare di farlo per ogni singolo portatore né possiamo sostituirci alle autorità. Vedremo in futuro sulla base del protocollo con la prefettura».

Luisa Santangelo

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