Santa Agueda, feste e tradizioni in Spagna

“La festa di Sant’Agata è meravigliosa e solo vivendola si riesce a cogliere la forza incredibile che sprigiona”. Sembra che stia parlando un devoto catanese, con tanto di sacco e scuzzitta e invece, chi lo afferma è uno spagnolo, Manuel un giovane andaluso di Sorihuela del Guadalimar, una cittadina in provincia di Jaen, abitata da poco più di mille abitanti. A Sorihuela, come a Catania, il 5 Febbraio si festeggia la Patrona Sant’Agata. Una devozione ultracentenaria quando la Spagna era ancora dominata dai mori.
Da nord a sud della Spagna sono decine le città in cui è diffuso il culto della Vergine catanese; ad esempio a Zamarramala, un quartiere di Segovia nella comunità castigliana, il 5 Febbraio comandano le donne. Addirittura viene nominata una sindachessa a cui spetterà il compito di presiedere la festa. Si prega, si canta e si balla per la Patrona e viene bruciato un fantoccio, il tipico “pelele”.
A Jerica, una cittadina nella Comunidad Valenciana, la statua della Santa viene portata in processione per le strade del paese. Festeggiamenti per Agata li possiamo trovare anche nei Paesi Baschi. A Zorrotza per esempio nelle strade del paesino è tipico intonare canti per la Santa scandendo il ritmo con bastoni. 
Abbiamo chiesto proprio a Manuel Jesús López Felgueras di raccontarci le emozioni della festa più attesa dell’anno dagli abitanti di Sorihuela del Guadalimar.

Perché Sant’Agata è Patrona di Sorihuela del Guadalimar?
Come saprai, la Spagna fu abitata dai musulmani per otto secoli e da questi chiamata “Al – Andalus”. Si racconta che nell’anno 1235 il re Fernando III “il Santo”, precisamente il 5 Febbraio, giunse fino al luogo dove oggi sorge la nostra città Sorihuela strappandola ai musulmani.
La tradizione vuole che prima di iniziare la battaglia il re si raccomandò alla Santa del giorno, appunto Sant’Agata. Vinse la battaglia e i cristiani che cominciarono ad abitare quelle terre innalzarono Sant’Agata a loro Patrona e Protettrice.
C’è tuttavia una seconda versione, secondo la quale la attuale Sorihuela fu conquistata da Fernando III nel 1226. I Cristiani costruirono una piccola Chiesa dedicata a Sant’Agata perché in quell’anno la Chiesa celebrava il primo centenario dal rientro delle reliquie della Santa a Catania da Costantinopoli.  Comunque, la devozione per la Santa risale certamente al XVI secolo. Nel 1578 re Filippo II decise di fare un censimento. La domanda trentotto del questionario chiedeva informazioni sulle parrocchie e sulla devozione di ciascun popolo. Gli abitanti di Sorihuela risposero che possedevano una sola chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Agata, la cui devozione risaliva a tempi remoti.

Venerate qualche reliquia di Sant’Agata a Sorihuela?
La gente di Sorihuela più anziana racconta che esisteva una reliquia della Santa conservata a Sorihuela. Della reliquia si perdettero le tracce nel 1936, quando a causa della guerra civile la chiesa dove era custodita venne distrutta.
Dicono che fosse una piccola parte integra del corpo della Santa conservata in un piccola nicchia nella cappella maggiore, e veniva esposta alla venerazione dei fedeli il 5 Febbraio.
Il popolo da quel momento ha desiderato ardentemente poter venerare una reliquia di Sant’Agata. Quest’anno mons. Giovanni Lanzafame
(mariologo e agatologo catanese n.d.r.), conoscendo la devozione profonda del popolo di Sorihuela, ci porterà una piccola reliquia, un pezzetto del cuoio capelluto della Santa, accompagnata da un certificato di conformità firmato da mons. Gristina,  dono della Chiesa di Catania.

Quali sono i momenti più importanti della Festa di Sant’Agata a Sorihuela?
Nei nove giorni precedenti la festa facciamo la novena. Ogni giorno un gruppo diverso del popolo (bambini, giovani, anziani, coniugati…), offre alla Patrona le sue azioni, le sue intenzioni. La sera di giorno 3 viene offerta la cera a Sant’Agata e i giovani vegliano la reliquia della Santa. La sera di giorno 4 è dedicata ad un meraviglioso spettacolo di fuochi d’artificio e allo spettacolare falò che ricorda il martirio di Agata. Durante lo spettacolo, dal fuoco esce un telo con l’immagine di Sant’Agata e contemporaneamente iniziano ad alzarsi razzi colorati e luci. E’ davvero molto emozionante.
A mezzanotte davanti il portico della chiesa di Sant’Agata il gruppo musicale, insieme a moltissima gente, intona una serenata di felicitazione per il giorno di festa. Di seguito si entra in Chiesa, si continuano a cantare inni a Sant’Agata alternati al grido “Viva Santa Agueda”. Dopo si va, casa per casa,  a suonare una serenata a tutte le donne di Sorihuela che si chiamano Agata. Si balla, si canta. Le donne ringraziano offrendo vino, anice, sidro, dolci, salsiccia.

Per la festa avete un abbigliamento tipico?
No, non usiamo un abbigliamento dedicato alla festa, come il vostro sacco. Le donne usano un abbigliamento tipico del popolo andaluso, per l’offerta floreale della mattina del 4. Alcune donne lo utilizzano per ballare davanti il portico della chiesa un ballo tipico chiamato ‘Jota de Sorihuela’.

I cittadini offrono qualcosa a Sant’Agata?
Certo, l’offerta di candele e fiori è una tradizione importantissima.

Giorno 5 Febbraio come ricordate il martirio della Santa?
Alle nove gli abitanti vengono svegliati dallo sparo di petardi. La giornata è dedicata alle Celebrazioni Eucaristiche in onore di Agata e alle 17.30 inizia la solenne processione della statua di Sant’Agata e della reliquia. La processione è imponente. Viene sparata moltissima polvere da sparo da tutta la gente di Sorihuela. E’ impressionante quanta persone sparano davanti la statua della Santa. E’ molto pericoloso, spesso ci sono feriti, ma è una tradizione della festa. Senza petardi e fuochi la festa di Sant’Agata non sarebbe la stessa. Durante la processione alcuni gridano  “VIVA SANTA ÁGUEDA BENDITA!”, e altri rispondono “VIVA”.

Riccardo Consoli

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