IL COMMISSARIO STRAORDINARIO VUOLE CHIARIMENTI IN MERITO A POSSIBILI REFLUENZE SICILIANE DELL’INCHIESTA CHE HA COINVOLTO UNA DTTA PRESENTE ANCHE NELL’OSPEDALE DI CATANIA
Mentre sul caso Humanitas, la Procura di Catania ha parto un fascicolo (a quanto pare, al momento solo sugli aspetti urbanistici che, come vi avevamo raccontato qui, presentano qualche ombra), il mondo della Sanità siciliana, comincia a ‘quartiarsi’. A valutare cioè con attenzione ogni singola procedura. Insomma, si è capito che se c’è una politica che nicchia sugli scandali e sula gestione allegra delle risorse pubbliche, per fortuna (dei cittadini) c’è una magistratura sempre più attenta.
Così succede che si cominciano a prendere le distanza da tutto ciò che puzza. Succede per esempio a Catania, dove il Commissario Straordinario dell’Ospedale Cannizzaro, Paolo Cantaro, fa sapere di avere contattato la Procura di Milano e di Napoli per accertare eventuali refluenze siciliane dell’inchiesta in cui è conivolta una società che lavora pure per il la struttura sanitaria catanese:
“Alla luce delle notizie sullinchiesta della Dda di Napoli relativa ad appalti per le pulizie nellAsl di Caserta, nella quale risulta coinvolta la ditta Co.Lo.Coop di Milano (una delle due cooperative dellAti alla quale, a seguito del pronunciamento della giustizia amministrativa, è affidato il servizio di ausiliariato nellospedale), lAzienda Cannizzaro, al fine di garantire la massima legalità e trasparenza nelle procedure che la riguardano, si è attivata per accertare eventuali refluenze della vicenda campana sullappalto in corso.
Il commissario straordinario Paolo Cantaro – si legge in una nota- ha scritto oggi alla Prefettura di Milano, che ha rilasciato la certificazione antimafia per Co.Lo.Coop, chiedendo approfondimenti in merito, alla luce dei recenti sviluppi; alla Procura di Napoli, per avere maggiori notizie sulla posizione degli indagati che hanno ruoli in Co.Lo.Coop; alla Prefettura e alla Procura di Catania, nonché allAssessorato regionale della Salute, alla Presidenza della Regione e alla Commissione Sanità dellArs, per dare per informazioni sulla vicenda e sui provvedimenti assunti in queste ore dallAzienda Cannizzaro.
Liniziativa del commissario origina dai risvolti dellinchiesta campana – prosegue la nota -nellambito della quale, come si è appreso da fonti di stampa locale, sono indagati Ranieri Fiore, amministratore unico della Co.Lo.Coop (Consorzio Lombardo Cooperative), e Pasquale de Feudis, in qualità di gestore della stessa ditta, questultimo destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere. Queste vicende giudiziarie non riguardano lappalto aggiudicato allassociazione di imprese Colocoop-Pfe.
«Nondimeno spiega il dott. Cantaro lAzienda Cannizzaro intende valutare eventuali ricadute dellinchiesta sullaffidamento dei servizi di ausiliariato allinterno dellospedale. Oltre a chiedere approfondimenti alle autorità competenti, a seguito delle notizie apprese, abbiamo ritenuto doveroso informare la Regione sulle nostre risoluzioni alla luce della vicenda giudiziaria. Non vogliamo che ci siano ombre sullo svolgimento del servizio di ausiliariato conclude il commissario che lAzienda Cannizzaro ha affidato allAti Colocoop-Pfe in esecuzione della sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa».
Colocoop-Pfe, spiega la nota del Cannizzaro, infatti, era subentrata il 16 luglio scorso alla cooperativa Seriana 2000 nella gestione del servizio di ausiliariato nellospedale Cannizzaro, per effetto della sentenza 324/13 del Consiglio di Giustizia Amministrativa. Dopo che il Tar, con sentenza 554/2012, aveva rigettato il ricorso, infatti, il Cga aveva invece accolto il ricorso in appello da parte di Colocoop, che faceva riferimento a profili di incerta interpretazione riguardanti la valutazione economica delle offerte in sede di aggiudicazione del servizio, annullando gli atti relativi al giudizio di primo grado. Successivamente, inoltre, lAzienda Cannizzaro ha affrontato la vicenda dellapplicazione del contratto da parte di Coolocoop-Pfe, vertenza risolta ad agosto dopo una lunga trattativa e ripetuti incontri con i sindacati nella sede della Prefettura di Catania.
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