«Emozione unica, in quel momento era la cosa di cui avevo più bisogno. È stato bellissimo regalare i tre punti alla squadra e ai tifosi». Emanuele Alba, centrocampista classe ’98 della Sancataldese, non riesce a trattenere la gioia e la soddisfazione per il suo primo gol in carriera che, domenica scorsa, ha regalato ai suoi i tre punti sul campo del Palazzolo: «È il mio primo anno a livello di prima squadra – spiega il calciatore a MeridioNews – e si tratta del mio primo gol. Con la Berretti avevo già segnato, ma in quest’occasione è stata un’emozione indescrivibile». Un successo ancora più importante se si considera che il momento dei verdeamaranto non era proprio dei più positivi: «La vittoria è stata importante soprattutto perché venivamo da tre sconfitte di fila. Noi abbiamo un grande gruppo, una grande squadra e siamo stati capaci di uscire da questo brutto momento». La squadra ha così tenuto a debita distanza le zone calde della classifica: «Finora penso che abbiamo dimostrato che abbiamo una squadra che può andare oltre la salvezza. In casa nostra le grandi sono cadute, noi non ci poniamo obiettivi perché con questo grande gruppo possiamo fare grandi cose».
Il calciatore è arrivato quest’anno a vestire la maglia della Sancataldese: «Ho partecipato agli stage precampionato, poi ho ricevuto la chiamata del direttore. Quando è iniziato il ritiro, poi, la società mi ha contattato per farmi firmare». Il calciatore, inoltre, ha conquistato la fiducia del club verdeamaranto pur non appartenendo a nessun procuratore: «Secondo me oggi i procuratori fanno molto per trovare le squadre ai loro assistiti. Penso però che se un ragazzo è bravo e fa vedere che merita possa ugualmente trovare una squadra». Calmo e paziente, Alba ha conquistato piano piano la fiducia del mister Rosario Marcenò: «Mi alleno sempre al massimo. La chiave di tutto è dare sempre tutto quello che hai per migliorare. Io gioco tra centrocampo e attacco e nel mio ruolo, con i nomi che abbiamo qui a San Cataldo, posso crescere veramente tanto». E le parole per il tecnico, da parte del centrocampista, testimoniano la grande atmosfera che l’allenatore ha saputo creare: «Il mister è molto preparato e alla mano. Dialoga molto con noi giocatori, ci aiuta molto».
Alba ha cominciato a giocare a pallone in tenera età: «Ho cominciato alla scuola calcio Sporting Club di Favara all’età di quattro anni e lì sono rimasto fino ai dieci anni. Poi sono andato all’Athena di Giovanni Sorce e con gli Allievi abbiamo vinto un campionato regionale, dopo le quali siamo andati alle fasi nazionali a Chianciano Terme. Dopodiché sono andato all’Akragas, dove ho fatto due anni di Berretti con alcune convocazioni in prima squadra». Molto modesto, il calciatore non si autocelebra neppure per descriversi: «Mi piace giocare molto con la palla al piede. Penso che le mie qualità migliori siano la grinta e la corsa, sono un tipo che non molla mai». E il suo idolo è un ex Pallone d’oro che ha fatto sognare milioni di tifosi: «Fin da piccolo è stato Kakà, cerco di ispirarmi a lui ma mi viene male (ride, ndr)». Nonostante il suo passaggio alla Sancataldese, c’è un personaggio a cui il calciatore è rimasto molto legato: «Si tratta di mister Accursio Sclafani che mi ha allenato ai tempi della Berretti. Per me è come un fratello maggiore, perché mi aiutava sempre, anche quando ero giù di morale, dicendomi di non mollare mai. I sacrifici – conclude Alba – prima o poi vengono sempre ripagati».
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