San Marco, apre a febbraio ma personale insufficiente Basile: «Senza assunzioni avremo una struttura vuota»

L’ospedale San Marco ha finalmente una data di consegna dei lavori. Dopo un sopralluogo effettuato negli scorsi giorni all’interno del cantiere – organizzato da Anaao Assomed Sicilia con la collaborazione di Rete Librino e Cittadinanzattiva Sicilia -, la dirigenza generale dell’azienda Policlinico ha annunciato che l’opera, costata in totale 120 milioni di euro, sarà ultimata entro il 9 febbraio del 2017. Un annuncio che arriva dopo un vero e proprio calvario amministrativo ma che, tutt’oggi, lascia aperti seri dubbi sulla reale operatività del presidio sanitario etneo. Nonostante l’imminente apertura, la nascita dell’ospedale del quartiere Librino sembra andare incontro a un inevitabile paradosso, sin dai suoi primi vagiti. 

Quello di una struttura completa, con macchinari e forniture all’avanguardia ma senza le risorse economiche per pagare personale medico e infermieristico. A sollevare la questione, oltre ai sindacati di categoria, è il presidente della Facoltà di Medicina Francesco Basile che, durante l’incontro con la direzione e le rappresentanze dei lavoratori, ha parlato chiaramente di «problema delle assunzioni». «L’anno che è nata l’azienda Policlinico, dalla fusione del Vittorio Emanuele con la struttura di via Santa Sofia, le risorse delle due realtà sono confluite ma hanno subito pesanti riduzioni – spiega Basile a MeridioNews – L’azienda ha infatti dovuto applicare una riduzione del personale perché a fronte dei tantissimi pensionamenti non sono corrisposte le necessarie assunzioni, anche a causa dell’attuale blocco dei concorsi». Il docente universitario fa riferimento all’attuale situazione di stallo in cui si trovano i tanti medici precari siciliani, vincitori di concorso, che attendono dalla Regione Sicilia le risorse necessarie per essere stabilizzati

Una situazione che, rallentando di fatto il ricambio generazionale, sta seriamente mettendo in difficoltà la sanità pubblica. «Oggi ci troviamo davanti a nuovi edifici al policlinico da avviare, come quello del Pronto soccorso dove ormai è tutto pronto, e dobbiamo anche fornire le risorse umane per il San Marco – continua Francesco Basile – ma con le diminuzioni che ci sono state i dipendenti bastano a stento per le strutture attualmente attive». L’unica soluzione possibile, secondo il professore, è quella di procedere con l’assunzione dei medici precari, in attesa dell’applicazione della rete ospedaliera regionale. «Se dovessimo realmente aprire a febbraio la struttura di Librino, i reparti trasferiti saranno molto pochi. Per fronteggiare questa carenza è necessario che l’assessorato regionale invii le risorse economiche necessarie». Un percorso che però Basile riconosce come «molto complicato». L’assessore Baldo Gucciardi avrebbe infatti fatto sapere di avere difficoltà nella ricognizione dei fondi. Nonostante, durante la festa nazionale de l’Unità, avesse affermato: «Appena conclusi i lavori l’ospedale sarà una struttura degna di questo nome».

Per questo motivo insieme alla dirigenza dell’azienda, da Palermo si starebbe cercando un’interlocuzione con il ministero competente. «Non avendo potuto assumere si è prorogata la stabilizzazione dei precari che al Policlinico sono un centinaio – aggiunge Basile – alcuni, tra l’altro, hanno già fatto i concorsi e hanno vinto ma non possono ricoprire il ruolo a causa del blocco. Proprio loro potrebbero risolvere in parte il nodo del San Marco». «Il 31 dicembre 2016 scadono inoltre le proroghe per le graduatorie dei concorsi – conclude – quindi dal 1 gennaio 2017 non varranno più e si dovranno fare nuovi concorsi».

Sul tema, durante l’incontro all’interno del cantiere, si è espressa anche la dottoressa Ester Reggio, del coordinamento dei precari Anaao Assomed Sicilia: «La Regione non può ancora disattendere alla richiesta pressante dei tanti professionisti che, pur avendo vinto un concorso, attendono la stabilizzazione. È inimmaginabile – conclude Reggio – che questa situazione si protragga ancora, e il 31 dicembre, è dietro le porte».

Mattia S. Gangi

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