San Cristoforo, un vascello per il carnevale sociale «Ispirato al mare per discutere di migranti e rifiuti»

Un vascello di otto metri sfilerà per le vie di San Cristoforo il 2 marzo e da Villa Bellini fino a castello Ursino il giorno successivo. A bordo i membri del coro popolare Unica Vuci, che intoneranno esclusivamente canti di mare, e tanti musicisti, tra cui alcuni migranti del Centro d’accoglienza per richiedenti asilo di Mineo ed artisti folk di origine africana. La struttura del veicolo svela anche il tema scelto, ovvero il mare, spiega a MeridioNews Simona Di Gregorio, musicista e docente di Unica Vuci, residente a San Cristoforo, ideatrice e promotrice dell’iniziativa. «È un tema di facile intuizione – dice – ma anche ricco di molteplici riflessioni. Ispirandoci al mare sono giunte idee bellissime sull’allestimento perché, anche se il mare è ricco di bellezze infinite, si tratta anche di un contesto di atrocità. Basti pensare – aggiunge Di Gregorio – alle vite perdute nel Mediterraneo negli ultimi anni e ai rifiuti che lo riempiono».

Tematiche al centro anche di altri carnevali storici, come quello di Viareggio, dove in questi giorni ha sfilato la maschera di una balena gigantesca ed urlante per la plastica ingerita. O a quello di Putignano, dove attori ingabbiati hanno rappresentato la condizione del migrante. «C’ è uno sguardo attento all’ecologia, ma anche alla sorte infelice degli immigrati» conferma Di Gregorio. Ma l’impegno sociale non trascura l’aspetto ludico né quello tradizionale. «Ho appurato che il carnevale non è più molto sentito a Catania» continua la musicista. «O si riduce a manifestazioni per bambini la domenica o si va direttamente ad Acireale. Così – racconta la musicista – nella mia fantasia ho elaborato una strategia senza costi con l’intento di dare un messaggio alla cittadinanza e di far rivivere il carnevale che esisteva fin dal 1848». 

Sul vascello saranno presenti pirati, creature del mare e maschere tipiche del carnevale ottocentesco, come il Pulcinella palermitano. Queste ultime grazie al contributo della compagnia Malerba, che metterà in scena delle improvvisazioni. Mentre giullari e saltimbanchi balleranno a tempo di musica, scandita da tanti gruppi musicali, tra cui l’Orchestrina Popolare catanese, che ha sostituito strumenti antichi come il calascione e le bombardine con flauto traverso, sassofono, organetti e tamburelli. 

Regina sarà la tarantella, che trascinerà la festosa carovana in acustica, quindi senza supporti elettronici. Tante, dunque, le associazioni che hanno aperto le braccia a questo sarabanda urbana. «Si tratta – precisa Di Gregorio – di una rete di forze a sostegno di una giusta causa: portare vitalità ma anche esaminare con attenzione ciò che succede». Tra i sostenitori il centro sociale Midulla, l’associazione Gammazita ma anche scenografi catanesi e la palestra Lupo, presso la quale si svolgeranno alcuni laboratori. «Un progetto che unisce tutti», lo definisce infatti, l’ideatrice. «Tutti coesi per ripristinare una festa bellissima». Durante le soste, previste performance teatrali, poetiche e musicali.

Antonia Maria Arrabito

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