San Berillo, l’abbattimento delle porte murate «Così riapriamo il quartiere a tutta la città»

È stata
distrutta stamattina a colpi di piccone e martello, sulle note di Vita spericolata e Albachiara di Vasco Rossi, una delle porte murate del palazzo De Gaetani, edificio storico che sorge nel cuore di San Berillo, tra via delle Finanze e via Pistone, destinato a diventare un centro di documentazione sulla storia del quartiere e dei suoi abitanti. Sono loro che – insieme ai ragazzi dell’associazione Trame di quartiere, attivi nel rione con diverse iniziative e gestori della bottega in comodato d’uso – hanno preso parte a quello che da un semplice lavoro di muratura si è trasformato in un messaggio alla città, al Comune e ai proprietari degli immobili che dagli anni Cinquanta, per evitare occupazioni o per questioni di sicurezza, sono stati letteralmente murati.

«Visto che negli anni l’orientamento è stato quello di sbarrare porte e finestre dei
palazzi storici di San Berillo – spiega Andrea D’Urso, coordinatore del progetto Trame di quartiere – vogliamo lanciare un segnale di riapertura, un’inversione di tendenza». A quello di oggi, infatti, seguirà l’abbattimento di altre due porte dello stesso edificio – che si conta di consegnare alla città entro luglio dell’anno prossimo – su cui gli artisti e le artiste del collettivo di street artist Res Pubblica Temporanea hanno disegnato le loro opere, rendendo il quartiere un piccolo museo a cielo aperto, in attesa dell’abbattimento e della sostituzione con nuove porte di metallo.

«
Il piano di recupero dell’interno del palazzo sarà un momento in cui coinvolgeremo le associazione e gli abitanti per stabilire gli usi dello spazio a nostra disposizione – spiega D’Urso insieme a Roberto Ferlito, presidente del comitato cittadini attivi San Berillo – e sarà necessario l’aiuto di tutti, dai cittadini facoltosi agli imprenditori che vogliono donarci materiale, fino a tutti i volenterosi che vogliono dare una mano nella realizzazione di questo progetto». Che parte anche dal gesto simbolico di oggi e che si inserisce tra le tante attività previste dal gruppo per rigenerare la zona: tra cui teatro sociale, teatro forum, incontri e laboratori sulla rigenerazione urbana e la realizzazione di una web serie che racconta il lavoro dei 21 partecipanti al laboratorio di documentazione audiovisiva ideato e diretto dalla regista Maria Arena.

E proprio il video è stato uno dei protagonisti della mattinata. Molti dei giovani che hanno seguito il laboratorio di Arena sono accorsi a San Berillo per filmare il momento e aggiungerlo nell’archivio per conservarlo. Come
Fiorenza, che durante la demolizione racconta di come è entrata nel comitato di San Berillo. «Mi sono laureata in Ingegneria con una tesi su questo quartiere e la prima volta sono venuta per scattare delle foto scortata da un amico». Ad attenderla inaspettatamente la prima riunione del comitato, da cui la ragazza è rimasta affascinata. «Mi sono appassionata subito al quartiere e alla missione dell’associazione, tanto che quest’estate ho seguito e partecipato attivamente alla nascita della web serie, che verrà presentata al pubblico a dicembre».

Giorgia Lodato

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