La forte esplosione in via Pistone, nel cuore del vecchio quartiere San Berillo, la notte tra lunedì e martedì poteva fare molto male. Il pesante portone in ferro è stato scaraventato in mezzo alla strada, insieme ad alcune grosse pietre che formavano l’ingresso dell’abitazione, mentre un rogo si è sviluppato all’interno della casa. Fortunatamente a quell’ora non c’era nessuno in quel basso usato da alcune prostitute della zona. E proprio ai dissapori tra le donne che si contendono il mercato del sesso a San Berillo, potrebbe essere riconducibile l’esplosione. Almeno secondo alcune fonti ben informate del quartiere. Spesso si verificano litigi e scaramucce, soprattutto tra prostitute colombiane ed italiane che si accusano a vicenda di rubarsi il lavoro. Mai però si era arrivati ad un’intimidazione così violenta.
Il basso colpito dal rogo pare fosse frequentato da una prostituta colombiana. Ma soltanto di giorno. «Nel quartiere ci sono dei turni fissi – racconta Roberto Ferlito, residente e tra gli organizzatori della festa che si è svolta proprio lunedì sera in via Carro – di giorno solitamente si vede chi esercita da tempo, spesso liberamente, e ormai abita qui. Di notte le facce cambiano, vengono prostitute da fuori». Chi ha messo l’ordigno, dunque, sapeva con ogni probabilità che l’abitazione in quel momento era vuota. «E’ grave che si sia arrivati a questo punto – continua Ferlito – probabilmente è intervenuto qualcuno da fuori che gestisce il mercato notturno delle prostitute». Via Pistone è tornata rapidamente alla normalità. Davanti all’ingresso distrutto, stazionano due transessuali che scaricano le responsabilità di quanto accaduto sugli immigrati che abitano nelle vie circostanti. «Tunisini e marocchini – denunciano – da quando ci sono loro, di notte ci spaventiamo anche ad uscire e chiamare i carabinieri è perfettamente inutile. Recentemente c’è stato anche un omicidio in questa via perché due di loro si contendevano venti euro».
L’esplosione è avvenuta proprio nelle ore successive alla festa di lunedì sera in via Carro, che ha visto una buona partecipazione di tutto il quartiere. Ma Ferlito esclude ogni tipo di legame tra i due eventi. «Non c’è nessun collegamento, abbiamo ottimi rapporti con i trans e le prostitute che sono stati coinvolti in modo attivo nell’organizzazione della serata – sottolinea – se qualcuno avesse voluto prenderci di mira, avrebbe colpito la sede dove ci riuniamo».
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