«Sono un uomo di partito e faccio l’interesse del partito. Se Salvini decide in un determinato modo, faccio di tutto perché questo possa essere portato a termine». Fabio Cantarella, componente della segreteria nazionale della Lega e assessore all’Ecologia del Comune di Catania, rimette tutto alle volontà del leader del Carroccio Matteo Salvini. L’argomento è caldo e ormai è dato quasi per certo. Ovvero il passaggio dell’onorevole dell’Ars Luca Sammartino e della senatrice Valeria Sudano da Italia Viva alla Lega. Un passaggio che potrebbe essere suggellato tra pochi giorni. E se da un lato c’è chi apprende in maniera positiva e con curiosità questa decisione, dall’altro lato sarebbero stati diversi i mal di pancia, sofferti anche non tanto silenziosamente, all’interno delle segreterie leghiste. Secondo alcune voci proprio Fabio Cantarella, insieme al segretario regionale Nino Minardo, avrebbero espresso qualche contrarietà alla notizia. Ma Cantarella smentisce. «Ho piena fiducia nelle scelte del leader – spiega – Oltretutto avere Sammartino con noi non può che essere una cosa positiva, apre nuove opportunità, crea più posti e può fare scattare nuovi seggi. C’è stato chi si è fatto venire i mal di pancia, anche all’interno di Italia Viva, ma chi lo fa vuol dire che pensa più al singolo e non al gruppo e al partito».
Accogliere chi ha sostenuto leader come Renzi, per Cantarella non sembra essere un problema. «Oggi la politica è cambiata – continua Cantarella – C’è chi guarda più alle persone. Per esempio: chi poteva dirlo che Renzi e Salvini dialogassero su certi argomenti? Sono alla Lega da quando aveva l’uno per cento in Sicilia per poi assistere al plebiscito di Salvini per le Europee. Significa che molto di quello che lui diceva veniva enfatizzato e che, su certi temi, come l’immigrazione, bisognava intervenire. Adesso accolgo anche quest’ultima scelta di Salvini, come ho accolto le altre, perché lui ha dato prova di portare un partito al 30 per cento partendo dal tre per cento nazionale. Accolgo ciò perché deciso da Salvini. Forse l’avrei fatto anch’io».
E se la decisione dei due catanesi di abbandonare il partito di Renzi per trasferirsi tra le file del Carroccio potrebbe sembrare inaspettata, tuttavia, se si guarda ai curricula di Sammartino e Sudano, i due non hanno mai dato l’impressione di crearsi eventuali problemi su eventuali cambi di partiti o schieramenti. A soli 36 anni, Sammartino, deputato dalle 32mila preferenze, è partito dal centro, con la prima elezione all’Ars sotto il simbolo dell’Udc, passando da Articolo 4 fondato con Nino Leanza, per poi spostarsi nell’ala renziana del Partito democratico e, infine, seguire l’ex segretario toscano nell’esperienza di Italia Viva.
Adesso, per Sammartino e Sudano si attende solo l’ultimo passo per un battesimo, quello con il Carroccio, che dovrebbe arrivare il prossimo tre agosto. Giorno in cui Matteo Salvini sarà a Palermo «per incontrare amministratori e dirigenti della Lega, con l’ingresso di parlamentari nazionali e regionali, di sindaci e amministratori locali, di rappresentanti del mondo delle imprese e delle professioni».
Nel frattempo per Sammartino tiene banco il pesante fardello di un rinvio a giudizio per corruzione elettorale arrivato lo scorso anno, dopo l’inchiesta legata alle politiche del 2018, quando il deputato venne candidato al parlamento senza però essere eletto. Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il politico «dentista di professione» avrebbero potuto influire anche nel rapporto col Renzi. Quella che sembrava dover essere la figura che doveva far compiere il salto di qualità a Italia Viva in Sicilia, adesso proverà a farsi spazio tra i siciliani all’interno dello schieramento di destra.
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