«Musumeci? Un buon governatore». Parole dette di sfuggita, tra le prime del pomeriggio palermitano di Matteo Salvini. Una toccata e fuga per mettere l’ultima parola, quella del leader, sull’ingresso nella Lega di Luca Sammartino, Valeria Sudano e un manipolo di amministratori più o meno vicini ai due che hanno manifestato l’intenzione di salire sul Carroccio. Un primo incontro informale c’era stato qualche minuto prima, con Salvini e i fedelissimi che si sono visti nell’hotel che ospita l’ex ministro, poi la carovana si è spostata in via Nicolò Garzilli, nella sede del Partito, dove è andata in scena la riunione vera e propria. Poco più di tre ore rinchiusi in conclave nel caldo della stanza dal soffitto affrescato in stile liberty scelta per le riunioni. Ritmi serrati, in pochi si sono allontanati per usufruire del balcone e fumare una sigaretta o rispondere a una telefonata.
E alla fine la fumata è stata bianca: Sammartino passa alla Lega, forte della dote delle sue 32mila preferenze, ma anche dei due procedimenti penali in corso per scambio elettorale. «Abbiamo parlato di futuro, di una Lega che cresce, che ha l’ambizione di essere il primo partito in questa regione e di governare la Sicilia a lungo – dice Salvini a MeridioNews subito dopo la riunione – I tesserati sono aumentati, i sindaci sono aumentati, fosse così dappertutto sarebbe uno spettacolo». I sindaci a fare il salto sono Vincenzo Magra, primo cittadino di Mascalucia e Santi Rando, di Tremestieri Etneo. Entrambi eletti in una coalizione che comprendeva partiti di centrodestra, da Forza Italia a Fratelli d’Italia, nel caso di Magra con l’aggiunta di Italia Viva, per dare vita alla sua giunta a trazione sammartiniana, che ricalca quella del suo predecessore Giovanni Leonardi, riferimento sul territorio proprio di Sammartino.
Ma è proprio su Sammartino che c’erano le riserve più grosse, non tanto da parte di Salvini, quanto della base del partito sul territorio. E ancora una volta, non tanto per i due processi in corso, ma anche per una questione di numeri e di gerarchie scalate dal deputato regionale catanese proprio grazie al suo enorme pacchetto di voti ottenuti alle ultime elezioni. Riserve che però sembrano essere rimaste non esplicitate da parte dei leghisti siciliani, che pure avevano chiesto, prima di aprire le porte a Sammartino, che il coordinatore regionale del partito Nino Minardo sondasse la base per testare il gradimento dei nuovi. «Tutti coloro che sono intervenuti hanno espresso la volontà di una Lega che cresce, che include, che coinvolge – continua Salvini – Se qualcuno con altre esperienze politiche riconosce la bontà del progetto Lega allora vuol dire che avevamo visto giusto». E sulle vicende giudiziarie, il segretario del Carroccio sembra non farsi particolari problemi: «Non si fanno valutazioni personali sul singolo. Se qualcuno ha il sostegno di tanti siciliani vuol dire che evidentemente lavora bene e ha fiducia, questo a livello generale. Abbiamo bisogno di gente in cui i siciliani credono».
Una Lega che dunque esce rafforzata in termini di potenziale elettorale e mostra i muscoli agli alleati del centrodestra, con la ferma intenzione di dire la sua sul nome del prossimo candidato alle elezioni regionali, come confermato un po’ da tutti i vertici locali. Ma Salvini non scarica Musumeci, tutt’altro. «Lavoriamo con Musumeci – dice – che sta governando e governerà ancora per un anno e mezzo e vediamo di farlo al meglio. E poi abbiamo l’ambizione di essere il primo movimento politico siciliano del centrodestra e poter essere quello che indicherà il prossimo governatore, ma ripeto: siamo ad agosto del 2021, il governatore si chiama Nello Musumeci, abbiamo una squadra di parlamentari regionali di assoluto livello, se se ne aggiungeranno altri saremo ancora più forti e alle prossime regionali penseremo più avanti».
Aggiornamento 4 agosto: Riceviamo e pubblichiamo una replica di Vincenzo Magra, sindaco di Mascalucia, citato nell’articolo: «Non so ancora niente di questa vicenda – dice – Quando prenderò una decisione, se la prenderò, lo comunicherò».
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