Salviamo l’istruzione: Armatevi e partite

La decisione di dar luogo ad una fase di informazione e coinvolgimento rivolta anche agli studenti per la difesa della nostra istruzione dei nostri studi risulta quasi fallita. Mentre viene messa in gioco l’idea stessa di Universitas, il suo ruolo pubblico, la sua funzione di trasmissione critica dei saperi e l’elaborazione di nuovi, la difesa di una vera politica di diritto allo studio; gli studenti passeggiano e fischietto per i corridoi ben felici di sapere che la prossima settimana sarà per loro una vera e propria “calia” ma questa volta autorizzata, una settimana dedicata a loro, ai loro impegni e qualcuno felice di tornare finalmente a casa per ben 7 lunghi giorni, qualcun altro impegnato a studiare si sentirà meno in colpa di non essere presente alle lezioni che non ci saranno, per fortuna! Altri ancora nel rispondere alle nostre domande sono stati così “spiritosi” che sembra davvero una mancanza non riportare le loro risposte e peccato che non potrete vedere le loro facce, ma con un po’ di immaginazione non sarà difficile.

Sei a conoscenza delle motivazioni che spingono i docenti a indurre il blocco delle attività della prossima settimana?

“perché non c’è lezione la prossima settimana?! Buono a sapersi, comunque l’importante è che ci sia sciopero!”

“Si l’ho sentito dire, so che è contro la Moratti!”

“Ma aderiscono tutti?! Perché io sono d’accordo e se c’è qualche prof che fa lezione io non vado, se siamo 2,o 3 poi..”

“Lo dovrebbero fare più spesso… perché non è certo uno sciopero che farà cambiare la Moratti!”(risatina sotto i baffi)

“So solo che è contro la Moratti e non mi sono informata più di tanto perché non mi interessa!”

“Sono d’accordo allo sciopero per il solo fatto che è contro la destra!”

“…uhm bene…un buon…”

“Lo sciopero?! Cosa?!”

“A parte il fatto che sono state sospese le lezioni non so nient’altro e comunque per il  resto va bene”

“Non me ne frega niente, io sono studente no professore!”

Ma per fortuna qualcuno ha espresso concetti e pareri più profondi, qualcuno un po’ più maturo e riflessivo  sull’argomento l’abbiamo trovato, e ci hanno risposto che:

“se è l’unico modo che hanno per far sentire la loro voce siamo d’accordo ma devono ben sapere che con il blocco delle lezioni coloro che vengono penalizzati siamo sempre noi studenti. Siamo stati informati dagli stessi prof durante le lezioni non abbiamo approfondito l’argomento ma leggendo dei volanti ci siamo resi conto che se è messo in gioco la qualità del nostro studio, della nostra informazione, del nostro sapere… e al tempo stesso il loro ruolo di docente o ricercatore che sia, allora siamo con loro, allora è giusto che si facciano sentire”

Questa risposta accomuna solo una piccolissima parte di studenti intervistati ma è quella per la quale, forse, vale la pena lottare e andare avanti.

Continuando lungo i corridoi abbiamo “pizzicato” anche uno studente di ingegneria e gli abbiamo chiesto se anche per loro il blocco avveniva per un’intera settimana, ci ha risposto che solamente i gg. 10 e 13 si terrà un’assemblea in aula magna dove i prof sono invitati ad accompagnare i loro studenti

“io aderirò perché non condivido il sistema e anche perché l’idea di una università di tipo aziendale andrebbe contro ogni sapere più “ricercato”inoltre  cerco di mettermi nei panni di un ricercatore che attende per mesi un assegno di ricerca che non arriva ,non posso dunque che essere solidale”

Quanti sanno che anche la Facoltà di Lingue ha organizzato delle assemblee che vedono protagonisti anche noi studenti?

-8 Novembre h.11 palazzo centrale aula a3

-9 Novembre presso Auditorium

-10 novembre dibattito tra studenti e docenti sulla riforma 3+2

Quest’ultimo ragazzo intervistato può davvero essere il solo ad essersi interessato e informato veramente sull’argomento?

Perché cercando in giro tra i ragazzi della nostra facoltà abbiamo trovato solo risposte che non andavano al nodo della questione?

Perché tra tanti ragazzi ai quali abbiamo posto la domanda solo 6 su 20 sapevano approssimativamente di cosa si trattava avendo comunque un minimo pensato alla problematica?

Vogliamo credere di essere andate nel giorno sbagliato di aver scelto gli studenti sbagliati, oppure vogliamo anche credere che forse tra le mura del monastero ci sono davvero un gran numero di ragazzi spiritosi e ironici,che hanno voluto un po’ “giocare” sulle nostre domande.

                                                                

Stefania Placenti

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