«Finalmente ci sono riuscito». È quasi uno sfogo quello di Antonino Trio, atleta milazzese, che ai campionati italiani assoluti di atletica leggera svoltisi ad Ancona ha vinto il titolo indoor nel salto in lungo con 7.88. «L’ultimo titolo vinto – spiega Trio a MeridioNews – risale al 2011 tra gli juniores, poi ho una sfilza di quarti posti e una marea di medaglie d’argento. È da tanto che aspettavo il gradino più alto del podio». Il saltatore ha preparato la gara in un modo ben preciso: «Ero reduce da due gare. Ad Ancona feci 7.55 mentre a Modena 7.68. Mi sono servite per mettere a posto la rincorsa e quegli aspetti tecnici che mi avrebbero permesso di fare un ottimo campionato italiano. L’ho affrontata senza pensare molto al titolo e ai partecipanti. Sapevo che nel caso in cui fossi riuscito a fare le cose a dovere, sarebbe andato tutto bene. E così è stato».
Il saltatore siciliano si è imposto su una concorrenza molto agguerrita, erano infatti cinque gli atleti che si sono giocati l’accesso al podio. «Non credevo molto al titolo. Avevo avversari molto forti come Randazzo, Andrew (Howe, ndr) e tre persone con personali alti, sopra gli otto metri. Sapevo di poter fare una misura compresa tra 7.80 e 7.90, ma non mi aspettavo bastasse per poter vincere». Trio ha anche spiegato quelle che sono le differenze tra il salto in lungo tradizionale, quello che si è abituati a vedere in tv alle olimpiadi, e quello indoor: «La nostra stagione sportiva si divide in due, quella indoor e quella all’aperto. L’unica differenza è rappresentata dalle condizioni del vento, perché all’interno si gareggia senza e quindi il salto è molto più reale. All’aperto, invece, il vento può condizionare a favore e a sfavore, bisogna capire e aspettare la folata giusta».
Subito dopo il salto vincente, Trio si è lasciato andare a un’esultanza molto accesa, anche perché il precedente record personale del milazzese era di 7.81 all’aperto: «Ho sentito subito che il salto era lungo e il pubblico mi ha subito osannato. Sono uscito dalla buca che già sapevo di aver saltato lungo, ma non sapevo quanto. Sapevo che si trattava del mio personale, quindi andava già bene». Di lì a poco la consapevolezza di avere a portata di mano: «Ho realizzato di aver vinto non subito, ma quasi. Purtroppo due miei amici (Randazzo, altro siciliano in gara, e Tremigliozzi, ndr), che erano i favoriti, hanno avuto un piccolo infortunio. A quel punto sapevo che sarei andato a medaglia. Restava comunque sempre Andrew che saltava dopo di me ed era capace di fare meglio, e così ho dovuto aspettare fino alla fine».
Quando gli si chiede a chi va la dedica per il successo, Trio non ha dubbi: «Il ringraziamento più grande va ai miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto e sono sempre qui accanto a me nella buona e cattiva sorte. In particolare, però, voglio anche ringraziare anche i miei due allenatori, Christian La Grassa e Michele Basile, che ogni giorno tolgono tempo alla famiglia per dedicarsi a me». Infine, idee ben chiare anche su quelli che saranno i prossimi obiettivi: «Sicuramente abbattere la barriera degli otto metri. L’altro obiettivo sarà quello di qualificarsi per gli Europei di agosto all’aperto, ma la misura minima è di 7.95. E io – conclude – non ci sono lontano».
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