Per mangiare in un locale e scappare senza pagare serve il physique du rôle di Leonardo Pieraccioni ne I laureati. O quantomeno la sua faccia tosta. Ci hanno provato sei ragazzi, di età compresa tra i 22 e i 24 anni, che ieri sera hanno tentato di fuggire dal locale Fud di via Santa Filomena senza saldare il conto di 51 euro. «È stato bellissimo», ride Andrea Graziano, titolare della nota hamburgeria gourmet catanese, che dopo aver chiamato i carabinieri ha scelto di non sporgere denuncia contro i giovani, alcuni dei quali residenti a Ramacca. «La più grande soddisfazione è stata vederli mortificati, se ne sono andati via con la coda tra le gambe», racconta.
Dopo una cena a base di panini e birra, tre ragazzi e tre ragazze – «tutti vestiti carini e firmatissimi» – hanno deciso di tentare la sorte. «Avevano un tavolo tutti insieme – prosegue Graziano – All’inizio si sono alzati i primi due e sono usciti, poi se ne sono alzati altri due e, facendo finta di niente, si sono allontanati anche loro». L’ultima coppia, per evitare di destare sospetti, si è fermata un po’ sulla porta. «Si sono accesi una sigaretta, hanno iniziato a fumare e, parlando, hanno cominciato ad allontanarsi pure loro». A questo punto, però, i camerieri si sono accorti che il conto del tavolo rimasto vuoto non era stato saldato.
Il ristorante, tra l’altro, dopo altri due episodi di questo genere, ha assunto del personale solo per controllare eventuali tentativi di «mangiare a scrocco». «Uno dei nostri ragazzi li ha rincorsi – continua lo chef-titolare – Li ha presi mentre già stavano camminando in via Pacini. Peraltro, si erano allontanati tutti in direzioni diverse». I due giovani trovati dal cameriere, convinti a tornare dentro al locale, hanno richiamato anche gli altri quattro. «Sostenevano di avere avuto un imprevisto e che sarebbero tornati a pagare – ricorda, sorridendo, Andrea Graziano – Noi abbiamo risposto “Benissimo, quindi non ci saranno problemi se chiamiamo i carabinieri“. Una scena divertentissima».
Le forze dell’ordine sono arrivate «in due minuti, sembravamo in Svizzera», e hanno identificato gli studenti. Uno dei quali era iscritto al dipartimento di Farmacia, un altro a Giurisprudenza. «Non hanno saputo cosa dire – continua Graziano – Abbiamo deciso di non denunciarli e di non mettere in mezzo neanche i genitori». Del resto, «la lezione gliel’avevamo già data. E così è anche passato il messaggio che da noi non si può fare quello che si vuole». Anche perché ci sono le telecamere di sorveglianza e dipendenti che si occupano della sicurezza. «I ragazzini mi hanno ringraziato per non avere sporto denuncia – conclude l’imprenditore – e noi ci siamo presi una soddisfazione. Alla fine, comunque, hanno pagato e loro non riuscivano più a guardare in faccia le fidanzatine».
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