Una marcia nel centro di Palermo nel corso della quale un migliaio di manifestanti ha ricordato la rivolta siciliana del Vespro del 30 Marzo 1282, occasione in cui il popolo siciliano si è battuto contro i dominatori angioini e ha proclamato la repubblica siciliana. A organizzare la manifestazione il Comitato Vespro 2019 che raggruppa una trentina tra associazioni culturali, di agricoltori, pastori, operai, collettivi studenteschi, centri sociali, comitati territoriali e partiti indipendentisti. Gli indipendentisti, giovani e meno giovani, sfilano al grido: «Ora e per sempre Sicilia indipendente». Tanti i cartelli contro i 159 anni di governi nazionali accusati di aver sempre penalizzato la Sicilia.
Si sono dati appuntamento per mezzo di un tam tam sui social e sono arrivati da tutta l’Isola per sottolineare, in una giornata importante per la storia della Sicilia, l’attualità delle ragioni di libertà, orgoglio e identità del suo popolo. «Oggi ricordiamo quell’eroica pagina di storia – affermano in una nota gli organizzatori del Comitato Vespro 2019 – affinché possa essere un insegnamento per tutti. Un insegnamento necessario, in un momento in cui il colonialismo colpisce sempre più la nostra economia, l’ambiente, il lavoro; un momento in cui l’isola viene minata di basi militari e di micidiali dispositivi di guerra come il Muos di Niscemi; un momento in cui il sottosuolo siciliano viene trivellato causando gravi danni all’ambiente».
Secondo gli organizzatori lo Stato italiano «continua a calpestare i diritti garantiti dallo Statuto Autonomo e miseramente svenduti dagli ascari della Regione. E in questi giorni si prepara, con il regionalismo differenziato, a regalare i nostri tributi alle regioni del Nord, violando ancora una volta lo Statuto e condannando tutto il Mezzogiorno alla devastazione e al sottosviluppo». Mentre si discute sul Tav, sottolineano ancora «le strade siciliane cadono a pezzi, i morti e gli incidenti stradali non si contano; mentre discutono su come fermare gli immigrati, costringono il nostro popolo, non più solo i nostri ragazzi, ad emigrare».
Per il Comitato «è l’ora di un Nuovo Vespro. Come nel 1282, anche oggi è necessario riprendere in mano il nostro destino, batterci per l’autodeterminazione e per restituire la Sicilia al suo splendore. Siamo un popolo che non si arrende, che non cessa di battersi contro il sopruso e l’oppressione. Siamo eredi del popolo del Vespro, vogliamo una Sicilia di bonu statu e di libirtati».
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