Sono passati appena dieci giorni dalla scomparsa di Rita Borsellino, i riflettori si sono spenti e le cerimonie ufficiali per salutarla si sono concluse. Ma il cammino per ricordarla in realtà sembra essere appena all’inizio. A scandire il primo passo è la campagna di crowdfunding per finanziare uno dei progetti del Centro studi intitolato a lei e al fratello Paolo. E nemmeno un progetto a caso, ma uno degli ultimi desideri più forti di Rita: quella della biblioteca per la sede di via Bernini, proprio in quella stanza dove nei giorni scorsi in molti sono andati a salutarla per l’ultima volta. L’idea della campagna è stata inconsapevolmente lanciata da due persone a lei vicine ma che di fatto, a oggi, non si sono mai neppure conosciute. Una è l’amico storico Tita Raffetti, coordinatore del presidio di Libera della Val Camonica. L’altra è il catanese Luca Salici, uno degli organizzatore del RitaExpress ai tempi della campagna per la presidenza della Regione siciliana del 2006, idea che ha permesso ai giovani siciliani al centro e Nord Italia di tornare nell’isola per votare.
«L’ultima volta che abbiamo parlato ho capito che se non gliela facevamo noi la biblioteca, non gliel’avrebbe fatta nessuno. E quindi eccoci qui». Tita Raffetti e il presidio di Libera della Val Camonica sono gli stessi che due anni fa hanno permesso la realizzazione della famosa Bibliolapa, partita dalla Lombardia e arrivata fino a Palermo, raccogliendo libri lungo il suo tragitto inaugurale. «L’idea di realizzare questa biblioteca c’era da tempo, poi lei è andata via e l’idea è divenuta ancora più impellente – racconta -. Spesso si dice “noi, noi, noi”, ma poi siamo sempre soli. E va bene lo stesso, portiamo a termine le cose, realizziamo le idee, ma questa volta abbiamo pensato di chiedere a tutti chi ci vuole stare. Se siamo in tanti ognuno spenderà pochissimo. Glielo avevo promesso, non potevo non lanciare questa iniziativa». Un’idea casualmente maturata anche da Salici e dal gruppo di giovani del 2006, appunto, che hanno messo in piedi una vera e propria campagna virtuale: per sostenere e donare è possibile collegarsi al sito gofundme.com/ritaexpress.
Mentre Raffetti e gli amici del presidio lombardo hanno già iniziato a darsi da fare per la realizzazione concreta della futura biblioteca del Centro studi. «Io sono uno del fare, già ho trovato amici disposti a farmi degli scaffali per i libri, con la possibilità di farli in diversi colori. Magari di bianco e blu, per richiamare quelli della Bibliolapa – rivela -. Ho già appurato le misure della stanza, lo spazio è quello della camera ardente di Rita. Per la produzione ci vorranno un paio di mesi, l’idea è di avere la libreria pronta entro Natale e magari inaugurarla tutti insieme il 19 gennaio, per il compleanno di Paolo. Sarà l’ennesimo punto di collegamento tra Palermo e la Val Camonica». E il suo con la nostra città è davvero un rapporto speciale, che si protrae da molti anni ormai e che lo ha portato a condividere moltissimo insieme a Rita Borsellino. «All’epoca ero sceso a Palermo per diventare uno dei ragazzi di Paolo, una realtà che però non partì. Non sono riuscito a diventarlo, alla fine, ma sono fiero di dire che sono diventato uno dei ragazzi di Rita».
«Vedeva sempre delle cose che noi non vedevamo, siamo sempre in debito con lei e con tutto il popolo siciliano e palermitano – continua Raffetti -. Dico sempre che la nebbia della Padania ha confuso la cicogna, perché io sono terrone dentro. E i veri monumenti palermitani sono gli esseri umani, sono i palermitani», dice con commozione. Trasporto anche da parte di Tonino Palmeri, direttore del Centro studi, che ha raccolto l’iniziativa della campagna di crowdfunding con entusiasmo: «Ne siamo onorati, ci crediamo tanto – racconta a MeridioNews -. Con le donazioni provenienti da queste iniziative porteremo avanti il lavoro sulla lettura che era in essere già con Rita». Un lavoro partito anni fa e basato su osservazioni, riflessioni, idee. «Insieme a Tita e altri amici da alcuni anni abbiamo avviato un ragionamento sulla promozione del libro e della lettura – prosegue Palmeri -. A partire dal patrimonio librario esistente abbiamo realizzato la Bibliolapa, una biblioteca itinerante per la promozione della lettura in spazi non convenzionali dell’apprendimento: all’aperto, nei cortili delle scuole, nelle piazze e per le strade».
Con un’attenzione sia per il cartaceo che per l’analogico. Ed era già nell’aria l’idea di una biblioteca fissa e stabile da mettere, anche questa, a disposizione della collettività. E di una mediateca per consultare materiali digitali e d’archivio. L’entusiasmo, insomma, è tanto. Ma non manca anche la sofferenza di dover procedere, da qui in poi, un po’ più soli, senza di lei. «Elaborare la sua assenza è difficile e doloroso. Rita è stata un riferimento costante per 14 anni della mia vita, anni molto intensi che hanno sempre richiesto grande senso di responsabilità e spesso abbiamo sottratto del tempo alle nostre famiglie – racconta Palmeri -. Rita sentiva forte il bisogno di fare sino in fondo la propria parte per la società. Alcune volte ho sentito anche il rammarico di non riuscire a veder crescere quotidianamente le sue nipoti, che ha amato infinitamente. Erano il suo orgoglio e anche il primo argomento che prendevamo appena ci incontravamo per le nostre attività».
«Non è mai stata un’icona, ma riferimento attivo spesso operativo. La maggior parte degli slogan delle sue campagne elettorali sono di sua invenzioni. È stata sempre quella che aveva l’idea e l’intuizione giusta, una intelligenza straordinaria, dolce, umile rispettosa degli altri, incapace di prevaricare sugli altri o dar ordini – ricorda -. Rita era una persona coerente con i suoi convincimenti, che praticava quotidianamente e autenticamente la pace. Ho conosciuto Rita quando facevo l’obiettore di coscienza all’Arci nel 2004 e partecipai alla carovana antimafia, da allora ci siamo messi in viaggio e continueremo anche adesso sempre con le stesse motivazioni: cambiare la società avviando processi di coscientizzazione collettiva. Le nostre storie sono le nostre stelle».
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