Riscossione Sicilia ha un nuovo capo. E la riforma?

Arriva un nuovo capo per la società che riscuote i tributi nell’Isola: la Riscossione Sicilia s.pa., la ex Serit per intenderci. Società sempre nell’occhio del ciclone per le continue denunce su metodi considerati alquanto vessatori e, ultimamente, anche per le consulenze d’oro assegnate ad un gruppo di fortunati avvocati dai passati cda. Capitolo su cui sta indagando la Procura della Repubblica di Palermo, in seguito ad un esposto del Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

A prendere il posto di Benedetta Cannata (dirigente che nei governi passati si era distinta per le sue analisi sui costi del federalismo fiscale per la Sicilia e per le sue battaglie in sede di incontri Stato-Regione su questo tema), arriva  l’avvocato Lucia Di Salvo, nota alle cronache per essere il legale di Alfonso Cicero, l’esponente di Confindustria Sicilia alla guida dell’Irsap, l’Istituto che ha assorbito le vecchie Aree di Sviluppo Industriale, e sulla cui nomina, come vi abbiamo raccontato qui, il Tar si esprimerà a Novembre.

“Siamo soddisfatti per l’iniziativa del Presidente Crocetta che mette fine alla lunga fase interlocutoria, confidiamo che la scelta sulle nuove nomine, sia ispirata a criteri di competenza manageriale  non già di autotutela o, peggio, clientelismo”. Lo ha ha dichiarato Michela Bottino, Segretaria del Coordinamento regionale Fabi Esattoriali . Che ha aggiunto: “Auspichiamo che sia fatta luce sui CDA che si sono susseguiti e, laddove si ravvisino le responsabilità, che siano poste le legittime misure a tutela del lavoro e dei lavoratori esattoriali siciliani”.

Resta da capire cosa intenda fare il Governo regionale per risolvere il problema dell’intero sistema della riscossione in Sicilia. Che, come ricordato, è al centro di furiose polemiche per metodi giudicati vessatori. Sappiamo che Crocetta aveva pensato ad Antonio Ingroia per la guida della società. Il Pm Antimafia però, come sappiamo, è stato bloccato dal Csm ed ora è ‘confinato’ ad Aosta. Nei Palazzi della politica siciliana si vocifera di una riforma, ma nessuno sa ancora di che si tratti. E le ‘Verrine’ continuano a fiorire:

“Le cartelle pazze, di cui si è tanto parlato, sono solo a punta dell’iceberg. Il dramma sono le ipoteche arbitrarie che portano al fallimento di aziende e alla disperazione, l’ assenza di trasparenza, le rateizzazioni chiuse in anticipo in danno dei cittadini. Ci sono casi in cui a conti fatti, i cittadini si sono ritrovati a pagare fino a 5mila euro in più rispetto al debito. Errori? Troppo alto il numero dei casi per parlare di errori…” Questo, ad esempio, quello che ha raccontato Loredana Novelli  responsabile per la Sicilia e la Campania de “La Nuova tutela del cittadino”, in una intervista che potete leggere qui. E nella quale, ironicamente si dice che il sistema di riscossione dei tributi era meglio quando c’era la mafia..

Riscossione in Sicilia: “Era meglio quando c’era la mafia…”

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Antonella Sferrazza

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