Rischio malattie infettive tra le Forze dell’Ordine: altro che bufale

SI TENTA DI NEGARE. O DI RIDIMENSIONARE.  MA LA SITUAZIONE E’ SERIA. LA CONSAP PORTA LA TESTIMONIANZA DI UN POLIZIOTTO INFETTO DA TBC

Si chiama Alberto Mancini, ha 50 anni e presta servizio presso la task force dell’URI di Roma. Dal febbraio scorso è stato impiegato presso il CARA (Centro accoglienza richiedenti asilo politico) di Mineo, dove ha lavorato senza mascherina con filtri di protezione e tuta di protezione, da maggio agli sbarchi. Il poliziotto, già risultato positivo al test di Mantoux, dopo avere eseguito accertamenti più approfonditi presso l’Ospedale Spallanzani di Roma (Quantiferon ed RX), i primi di settembre è risultato, purtroppo, infetto con una diagnosi di “infezione tubercolare latente”.

E’ quanto si legge su un comunicato del sindacato di polizia Consap che annuncia una intervista, sul blog di Beppe Grillo,  all’avvocato Cicchetti di Assotutela, che rappresenta il Poliziotto.
Mancini-prosegue la nota-  adesso è un dirigente sindacale della Consap e per i prossimi due anni dovrà fare controlli ed esami per monitorare il suo stato di salute, benché bisogna ribadire con forza che non sia tubercolotico, cioè non ha sviluppato la malattia attiva, e non sia assolutamente contagioso,  Intanto, l’altro ieri è venuta fuori la notizia di due Poliziotti a Padova che hanno preso la scabbia e sono ricoverati in isolamento, nella speranza che durante l’incubazione della malattia, che va da 3 a 6 settimane i poliziotti non abbiano contagiato involontariamente qualcun altro.

Siamo allo sbando- dichiara Giorgio Innocenzi segretario Nazionale del Sindacato di Polizia- e il problema più grave è che nessuno vuole assumersi le responsabilità di ciò che è accaduto. Peggio, c’è un chiaro tentativo di disconoscere gli errori fatti e, anzi, di nasconderne le conseguenze. Adesso chiediamo che i responsabili di quanto accaduto vengano individuati e subito rimossi.
Mi dispiace che si siano scomodati in tanti a dichiarare che non c’è nessun rischio di tubercolosi o altre malattie tra le forze dell’ordine- rincara Igor Gelarda dirigente Nazionale. Ci hanno accusato di raccontare bufale, di creare allarmismi, o peggio di razzismo. Questa è la realtà e non sciocchezze! Vogliamo solo la tutela e la salvaguardia dei poliziotti, di cui rivendichiamo la dignità professionale e umana.
Innocenzi e Gelarda lanciano un doppio appello alla fine: chiediamo a tutti i poliziotti che hanno avuto a che fare con i migranti di contattarci per avere maggiori informazioni su come funziona la nostra class action contro il Ministero e poi a chi ci amministra diciamo basta usarci e mandarci allo sbaraglio, per mare, con l’accoglienza profughi, come per terra, nel nostro lavoro quotidiano di salvaguardia della sicurezza dei cittadini”.

Redazione

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