Rinviando, rinviando…

“Non rimandare a domani quel che potresti fare oggi”: l’aforisma di Benjamin Franklin non dev’essere popolare nelle sedute del Senato accademico. Rinviare vuol dire spostare ad altra data, rimandare indietro. Ed è esattamente ciò che il Senato continua a fare da mesi riguardo a Step1. E’ bene perciò ricordarlo: Step1 esiste da cinque anni, ha pubblicato oltre 5500 articoli, si sforza di guardare l’università, la città e il mondo con gli occhi di chi si è impegnato in redazione (almeno un centinaio di studentesse e studenti di varie facoltà); moltissimi sono i docenti e i collaboratori esterni che sono intervenuti sulle sue pagine, altrettanto numerose le personalità intervistate. Step1 è un giornale – sì, proprio un giornale – nato nell’ambito dei laboratori didattici di una facoltà, scritto da studenti, diretto da tutor professionisti, laboratorio didattico perché il giornalismo si impara facendolo.
 
La redazione di Step1 non ama autoincensarsi, ma esistono alcuni risultati obiettivi. Da poco l’ordine regionale dei giornalisti ha ammesso i primi studenti-pubblicisti “made in Step1”, la nostra testata è stata chiamata per due volte a rappresentare l’Università di Catania al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, la giuria di un importante premio ci ha selezionato tra i dieci migliori siti di giornalismo partecipativo in Italia, alcuni dei video prodotti dalla redazione sono stati riproposti su canali satellitari, siamo in amichevoli contatti con diversi network nazionali. E, soprattutto, il numero dei lettori che si collega a Step1 è in crescita costante.
 
Non ci montiamo la testa. Non vogliamo esagerare. Siamo ben consapevoli dei limiti di una testata che è solo “il primo passo”, una piccola palestra. Altrove tuttavia Step1 sarebbe considerato come uno dei fiori all’occhiello dell’ateneo, all’università di Catania è guardato con diffidenza: dov’è il problema?
 
Alcuni problemi sono – giustamente – di natura istituzionale.
 
La commissione formata dai presidi di Giurisprudenza e di Lingue (professori Di Cataldo e Famoso) e dall’avvocatessa Branciforte ha elaborato un documento “al fine di dettare una regola di comportamento uniforme ed organica”. Preso atto della valenza didattica dell’esperienza di Step1, il documento raccomanda alcune garanzie assicurative per la responsabilità civile delle testate giornalistiche dell’ateneo ed indica nell’approvazione di un codice deontologico, nella designazione di un giornalista professionista come direttore responsabile e di un comitato editoriale col compito di garantire l’osservanza di tale codice, i “requisiti minimi” affinché l’ateneo possa legittimare attività pubblicistico-editoriali che nascono al proprio interno. Step1 possiede questi requisiti: basterebbe sottoporre al Senato accademico il regolamento votato dal Consiglio di Facoltà di Lingue.
 
Altri problemi sono di natura economica.
 
La redazione ha chiesto di supportare il giornale con un laboratorio permanente da istituire nell’ambito del Medialab e un tutor professionista che potesse assicurare una supervisione a tempo pieno del lavoro di redazione. Quest’ultima richiesta è stata approvata. La facoltà di Lingue ha deliberato per un bando di collaborazione esterna che è all’origine degli accertamenti in Senato accademico. Sono passati molti mesi. La situazione finanziaria della facoltà nel frattempo è peggiorata. Toccherà al Consiglio di Facoltà confermare o smentire gli impegni presi.
 
Esiste, per finire, una questione in senso lato “politica”?
 
E’ ammissibile che, all’interno dell’ateneo, ci siano testate studentesche che sfuggono all’omologazione di contenuti basata sui piani di comunicazione dell’amministrazione che li ospita? Il problema è stato posto, in chiave generale, da un intervento del prof. Marco Centorrino, e messo a fuoco da numerosi altri docenti nello speciale che Step1 ha dedicato al giornalismo universitario. Può esistere un giornale che non sia la voce del Rettore? Essendo Catania una città assai poco abituata al pluralismo dell’informazione, può darsi che questa pretesa appaia a qualcuno sovversiva. Risolvere la controversia su step1 – si tratti del Consiglio di Facoltà di Lingue o del Senato accademico – comprende però la capacità di rispondere a questa domanda. 

Noemi Coppola

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