Da un po’ di tempo non si parla più del progetto del rigassificatore di Porto Empedocle. Le ultime notizie, come sappiamo, sono di natura giudiziaria: la magistratura, nel caso specifico la DDA (Direzione distrettuale antimafia), lo scorso Settembre, ha sequestrato una parte del cantiere, perché alcuni sub appalti sarebbero in odor di mafia.
Ma al di là della cronaca giudiziaria, che pure potrebbe riservare qualche grossa sorpresa, a che punto è il progetto? L’Enel ha sempre intenzione di portare a termine il suo investimento? Parliamo di una infrastruttura da 800 milioni di euro. Il cosiddetto terminale di rigassificazione di gas naturale liquefatto è stato progettato per una capacità di 8 miliardi di metri cubi lanno, grazie a due serbatoi interrati da 160 mila metri cubi, sarebbe il più grande d’Europa.
Il tutto, lo ricordiamo, a poche centinaia di metri dal confine che delimita il Parco Archeologico della Valle dei Templi, patrimonio mondiale dell’Unesco. Particolare irrilevante per la classe politica siciliana, tradizionalmente più votata agli affari in salsa ascara che alla protezione del proprio territorio e del patrimonio culturale, ma tant’è.
Come vi abbiamo anticipato in questo articolo, in realtà, sembra che l’Enel voglia liberarsene. Troppo oneroso per le sue finanze, che non sono proprio rosee. Tanto da prospettare, nellottica di fare cassa, un piano massiccio di dismissioni di asset da concludersi entro il 2014.
Una notizia che viene confermata anche da un altro particolare che siamo in grado di anticiparvi: la società guidata da Fulvio Conti ha intavolato una trattativa sul rigassificatore di Porto Empedocle con il gruppo Snam, leader in Italia nel trasporto, rigassificazione e stoccaggio e distribuzione del gas, attraverso le controllate Snam Rete Gas, Gnl Italia (società a cui fa capo il rigassificatore di La Spezia), Stogit e Italgas.
Sull’argomento, ovviamente, le bocche sono cucitissime. Contatta da LinkSicilia, la Snam si limita ad un secco “no comment”, che non è esattamente una smentita. In effetti, le nostre fonti, ci confermano che il dialogo è cominciato già da tempo e che si stanno cercando di definire i profili dell’operazione.
L’interesse del gruppo (di cui è azionista anche l’Eni) verso il rigassificatore di Porto Empedocle, è deducibile, oltre che dalle attuali attività svolte dalle sue società, anche dal piano industriale 2013-2016 che prevede investimenti per 6.4 miliardi di euro:
“Lobiettivo di Snam è sviluppare il sistema di infrastrutture gas in Italia e incrementare le opportunità di crescita nel medio-lungo periodo. La società ha confermato limpegno per realizzare investimenti in grado di fare dellItalia un hub del gas per lEuropa del sud” ha dichiarato l’ad Carlo Malcarne nel presentare il piano alla stampa e agli investitori.
E ancora: “Il piano strategico 2012-2015 crea le condizioni per candidare Snam a divenire uno dei principali operatori infrastrutturali integrati a livello europeo, in linea con gli sviluppi legislativi, della regolazione e con le aspettative degli stakeholder del sistema gas. Lalleanza strategica siglata con Fluxys e la recente acquisizione di quote di partecipazione nellInterconnector rappresentano i primi passi di uno sviluppo che consentirà la creazione del corridoio per il transito del gas dal sud verso il centro e il nord Europa, con lItalia in qualità di hub”.
Insomma, anche se in apparenza, a Porto Empedocle, al momento tutto tace e i cantieri sono fermi, non mancano le grandi manovre condotte sotto traccia.
E’ probabile comunque, che per concludere la trattativa, in un senso o nell’altro, si aspetti la nomina del nuovo ad di Enel: l’incarico di Fulvio Conti è, infatti, in scadenza.
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