Sport e tutela dell’ambiente: un mix benefico che non può che far bene a una città splendida ma con tanti problemi come Catania. La Trashchallenge, una sfida lanciata sui social network per ripulire il mondo dai rifiuti, è sbarcata anche alle falde dell’Etna: questo grazie all’impegno della Asd Multisport Triathlon, una delle società dilettantistiche leader in Sicilia per numero di atleti, in uno sport che a livello globale registra una crescita significativa e costante. Il primo atto di questo guanto di sfida lanciato nei confronti dell’inciviltà di alcuni cittadini è stato quello di ripulire, con il supporto della Dusty (azienda che si occupa del servizio smaltimento rifiuti in città), il piazzale dedicato a Candido Cannavò.
«Corriamo quasi ogni giorno sul lungomare – conferma il presidente della Multisport Tommaso Paxia – e, ogni volta che ci capita di passare dal piazzale notiamo lo spettacolo indecoroso lasciato accanto ai camion che vendono panini nell’area circostante». La decisione è stata dunque di passare all’azione: «Il 3 aprile, dalle 19 alle 20, abbiamo ripulito quell’area – afferma – raccogliendo bottiglie, lattine, vaschette, forchettine. Nonostante gli operatori passino ogni giorno, infatti, basta un po’ di vento per disperdere questo materiale nelle aree verdi circostanti». L’idea del luogo è stata anche simbolica: «Candido Cannavò (giornalista a cui è intitolata la piazza, ndr) è sempre stato molto duro nei confronti della città natale: abbiamo fatto nostra la sua critica».
Tommaso Paxia, adesso, decide di ampliare la sfida a tutte le realtà catanesi: «Nel nostro capoluogo – ricorda a MeridioNews – ci sono più di 2000 associazioni sportive dilettantistiche. Abbiamo creato una competizione (la Munnizza super league) in cui tutte le realtà interessate possano iscriversi: quindi, assegnare un quadrante cittadino a ognuna di esse e, alla fine, fare una speciale classifica con i sacchi prodotti da ogni squadra». Una sfida che potrebbe servire a sensibilizzare la cittadinanza: «Come associazione sportiva – sostiene con dispiacere Paxia – abbiamo spesso a che fare con atleti stranieri. Quando decidiamo i percorsi da fare in bici dobbiamo evitare determinate strade, per non far vedere alcuni tratti pieni di spazzatura».
La sensibilità dei triatleti verso il rispetto dell’ambiente è anche un importante volano per dare lustro alla loro attività sportiva. «Siamo una sessantina – ricorda Paxia – e organizziamo la gara di triathlon più importante di tutto il sud Italia: la TrinacriaHalf, una gara definita di mezzo Ironman». Si tratta di 1,9 chilometri di nuoto, 90 di bicicletta e 21 di corsa. Le prove Ironman si sviluppano sul doppio della distanza. Ci si può anche misurare, però, sulle gare sprint: 750 metri di nuoto, 20 chilometri in sella e cinque finali correndo. Sbaglia chi crede che bisogna essere super uomini per cimentarsi in questa disciplina: «È una sfida con se stessi. Ci vuole una preparazione adeguata – puntualizza Paxia – ma in primis devi desiderare molto tutto questo. Essere triatleti significa impostare i propri ritmi in una determinata maniera».
Svegliarsi presto e iniziare con una nuotata prima del lavoro, ad esempio, è un vero e proprio stile di vita che coinvolge mente e fisico. «La nostra – ricorda il presidente – non è una associazione nata per creare campioni: i giovanissimi Guglielmo Platania e Tea Costanzo sono, per adesso, i due ragazzi più promettenti del gruppo». In conclusione, una ventata di ottimismo. La Sicilia, terra in cui fare sport a buon livello è assai complicato, per mancanza di risorse e infrastrutture, è una sorta di paradiso per i triatleti: «È una regione nata per questo sport – conclude Paxia – essendo uno dei pochi posti in Europa in cui si può nuotare in acque libere tutto l’anno. Puntare maggiormente sul Triathlon sarebbe una grandissima occasione per la nostra Isola».
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