L’ANTIMAFIA NON SI FA NEI SALOTTI CON LE CHIACCHIERE. SI FA CON ATTI CONCRETI CHE CONTRASTANO LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA. SOPRATTUTTO QUELLA CON I ‘COLLETTI’ BIANCHI’. PROPRIO QUELLO CHE STA FACENDO QUESTO BRAVO E SERIO UOMO DI GOVERNO
Il problema dello smaltimento dei rifiuti diviene sempre più l’argomento forte del dibattito con il quale si debbono confrontare politici e amministratori. Purtroppo si tratta, e ne sanno qualcosa gli inquirenti, anche di un grande business che fa gola alla malavita organizzata, alla mafia per intenderci, che a quanto si dice pone ostacoli perfino alla ricerca di soluzioni utili a risolvere il problema.
Non è un caso che le denunce su infiltrazioni mafiose pare che si siano moltiplicate in questi ultimi anni, anche se non si vedono iniziative concrete tese a fare vera chiarezza sull’intero settore. Il Governo regionale, ad esempio, pur essendo intervenuto in forza delle sue competenze, non è stato nel tempo capace finora di indicare percorsi chiari. Oggi, però, sembra che le cose stiano cambiando, anche per merito dell’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino, che non abbiamo il piacere di conoscere, che però ci sembra particolarmente compreso nel suo incarico.
Pare infatti che Marino voglia, finalmente, prendere il toro per le corna invertendo un trend ingiustificabile inadempienze. Se come sembra sia questo l’obiettivo, non c’è ombra di dubbio che questo assessore meriti, e lo scriviamo noi che abbiamo profonde riserve sul Governo di Rosario Crocetta, un giusto riconoscimento.
Ci appaiono, infatti, giustificate, talune iniziative assunte nei confronti di coloro che in questi anni sono stati concessionari del servizio pubblico di smaltimento e che hanno generato dei conflitti. Pur non conoscendo a fondo la vicenda che contrappone l’assessore a qualche imprenditore del settore, le ragioni che questi esterna mi sembrano infatti abbastanza condivisibili. Come, appunto, non consentire sulla seguente dichiarazione dell’assessore Marino quando dice che non “accadrà più che l’amministrazione della cosa pubblica in Sicilia determini condizioni di oligopolio o monopolio privato” e che da responsabile politico sta”valutando gli atti amministrativi che hanno scelleratamente consentito questa anomalia del sistema”?
Non credo che ci possa essere chi non condivida una tale posizione. Sulla stessa l’assessore in questione merita, a nostro personale avviso, lo ripetiamo, la massima solidarietà. Agire in questo modo significa, infatti, fare chiarezza, impedire posizioni di privilegio e, in fin dei conti, praticare una responsabile azione antimafiosa.
Perché, diciamolo ad alta voce, l’antimafia non quella di salotto o parolaia, di cui non sentiamo il bisogno, ma quella vera e congruente si misura sulla legalità dei comportamenti, quei comportamenti che, mi pare, l’assessore Marino intende valutare senza guardare in faccia nessuno.
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