Rifiuti, orari sbagliati dal Comune «Così non si incentivano i cittadini»

«È assurdo che si spendano somme ingenti per dare ai cittadini informazioni sbagliate, che per di più non incentivano la loro partecipazione alla raccolta differenziata». Con queste parole Paolino Maniscalco, presidente provinciale di Federconsumatori, ha denunciato gli errori della campagna informativa del Comune che diffonde – tramite brochure e spot radiofonici – l’informazione scorretta secondo cui tutti i rifiuti devono essere gettati nei cassonetti nella fascia oraria che va dalle 19 alle 23. Contrariamente a quello che stabilisce la stessa ordinanza comunale. I limiti di orario valgono infatti solo per il secco indifferenziato e l’organico che, essendo deteriorabile, è bene che resti poche ore nei cassonetti. Le altre tipologie – carta, vetro, plastica e metalli – possono essere conferite a qualsiasi ora.

Un errore che, secondo Maniscalco, ha contribuito agli scarsi risultati ottenuti finora dalla separazione dei rifiuti in città. «Costringere i cittadini a gettare i rifiuti in un orario scomodo, e per di più sbagliato – spiega – non aiuta a migliorare le percentuali di raccolta, perché soprattutto in questo periodo uscire di casa la sera è spiacevole, visto che non è più estate».

Ma le inesattezze non sono la sola cosa che il presidente dell’associazione dei consumatori rimprovera all’amministrazione comunale. A suo avviso, per incrementare la raccolta differenziata, oltre a essere precise, le campagne informative dovrebbero anche illustrare la destinazione dei rifiuti differenziati e i risparmi ambientali ed economici che si possono ottenere.

«A torto o a ragione – dice – ci sono molti catanesi che sono sicuri che i rifiuti alla fine vengono messi tutti insieme e portati in discarica. Bisogna sfatare questa convinzione e chiarire il percorso che fanno questi materiali e in quale piattaforma del Conai-Consorzio nazionale imballaggi vanno a finire. Per far capire alle persone che il piccolo sforzo che fanno per differenziare è utile».

Per quanto riguarda i risparmi, non si potranno vedere nella bolletta. «Questo tipo di ritorno ci può essere solo nel momento in cui si passa alla tariffa, cioè al corrispettivo di un servizio, perché sulla parte variabile della quota si può fare uno sconto a chi fa alte percentuali di differenziata – spiega Maniscalco – Ma a Catania non è possibile perché siamo in regime di tassa e non di tariffa e perché le percentuali sono bassissime». Il risparmio a cui ci si riferisce è quindi più immediato e generale. Quello sui costi di discarica. Oggi portare una tonnellata di rifiuti in discarica costa 110 euro e a Catania se ne producono circa 450 tonnellate al giorno. «Se moltiplichiamo 110 euro per 450 tonnellate per 365 giorni, ci rendiamo conto che si tratta di grandi cifre – afferma il presidente Fedeconsumatori –. Quindi tutto quello che non si porta in discarica è già un risparmio enorme». Mentre tutto quello che si raccoglie in maniera differenziata e arriva alle piattaforme del Conai viene remunerato «con cifre basse per quanto riguarda il vetro e cifre interessanti per quanto riguarda il cartone e la plastica», rappresentando un introito. «Si risparmia da un lato e si guadagna dall’altro. Quindi l’unico modo per ridurre i costi della nettezza urbana è raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata», assicura Maniscalco.

Ma a cosa sono dovute le inesattezze e le mancanze nelle informazioni del Comune? Distrazione, ignoranza o mancanza di volontà? «Non lo so – risponde – so solo che hanno fatto un appalto sbagliato, con criteri di vent’anni fa. E adesso sono legati a quel contratto e non sanno come uscirne». La raccolta di prossimità per Maniscalco è un metodo a metà strada tra la raccolta classica con i cassonetti e la raccolta casa per casa: «È semplicemente un modo per poter dire che stanno restando all’interno del contratto e che non lo hanno modificato. Perché, se passassero alla raccolta domiciliarizzata, le altre ditte partecipanti alla gara farebbero ricorso».

Al Comune sarebbero quindi in trappola. «Solo nel caso in cui si dovessero passare le competenze a un altro ente, come la società provinciale prevista dalla legge provinciale, si potrebbe sciogliere il contratto», spiega Maniscalco, pensando a una soluzione. Ma la società provinciale doveva entrare in funzione il primo gennaio e sono ancora in alto mare.

Come l’assessore all’Ambiente Claudio Torrisi, il responsabile della Federconsumatori è quindi convinto che per raggiungere le percentuali stabilite dalla legge ci sia solo un sistema: il servizio porta a porta. «Il Comune – osserva – sta cercando di fare la raccolta con i cassonetti e l’assessore dice che vuole passare gradualmente al porta a porta, però sono già in ritardo. È un fatto accertato che non appena si passa al porta al porta le percentuali si alzano a oltre il 30 per cento. Mentre con i cassonetti non si arriverà mai a questi numeri, neanche se i catanesi diventassero tedeschi o svizzeri».

 

[Foto di loungerie]

Agata Pasqualino

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