Rifiuti, ministero boccia Regione e chiede inceneritori Trizzino: «Il M5s è contrario, ma la legge dice questo»

Una continua «conta dei fallimenti» da parte del governo regionale. Il Movimento 5 Stelle torna ad attaccare il governo Musumeci dopo la bocciatura da parte del ministero dell’Ambiente del piano rifiuti. «Un governo del nulla – secondo il capogruppo, Francesco Cappello – che continua a collezionare fallimenti, uno dopo l’altro».

Addirittura, secondo il deputato Giampiero Trizzino, il presidente sarebbe riuscito a fare «peggio del suo predecessore, con la confusione che ha messo in moto all’interno della commissione Ambiente e dell’Aula. Quanto meno Crocetta aveva capito che c’era la necessità di una riforma dei rifiuti che ha provato a fare, ma non c’è riuscito e ha accantonato il piano». Secondo i deputati pentastellati il tema sarebbe anche questo: il piano rifiuti «è basato su un disegno di legge (non approvato ndr) che potrebbe essere smontato in qualunque momento da un emendamento soppressivo».

Certo, resta un grande nodo politico, rispetto al quale anche Legambiente Sicilia questa mattina è insorta: la prescrizione del Ministero di realizzare due grandi termovalorizzatori nell’Isola, come previsto dal decreto Sblocca Italia nell’ormai lontano 2015 quando al governo c’era Renzi. Situazione che non è cambiata neanche adesso. Così l’associazione ambientalista, nel ribadire il proprio giudizio negativo sul piano rifiuti della Regione, definisce quella sugli inceneritori «una proposta vergognosa. Non facciamo passare sotto silenzio questa scellerata ipotesi – sottolineano dall’associazione – che ci farebbe tornare indietro e ricominciare un avvilente dibattito sulla gestione virtuosa dei rifiuti in Sicilia».

Ma Trizzino difende il Movimento, sottolineando come «il ministro Costa e l’intera organizzazione politica siano contrari agli inceneritori». Com’è possibile, dunque, essere contrari e prescrivere a una Regione di realizzare gli impianti? «Il piano dei rifiuti – dice ancora – è carente di ogni profilo legato agli scenari futuri e, quindi, anche alle discariche. Ecco perché i dirigenti del ministero si chiedono che fine farà la frazione indifferenziata se non andrà in discarica. È una deduzione legittima che fanno gli uffici del ministero, ma politicamente il ministro Costa e il M5s sono contrari a ogni forma di incenerimento. Il problema si pone nel momento in cui la Regione fornisce un piano che non prevede che la frazione indifferenziata vada completata all’interno delle discariche». Tornando alle critiche del ministero al governo regionale, secondo l’assessore regionale Alberto Pierobon non ci sarebbe alcuno scandalo, ma si tratterebbe di «normali osservazioni, che il ministero ha fatto, anche con altri enti».

Miriam Di Peri

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