Timidissimi segni di crescita. Sono quelli che arrivano dalle città metropolitane in termini di raccolta differenziata. Il dato, che fa riferimento ad agosto, è stato reso noto nelle scorse ore dall’ufficio speciale istituito alla Regione. Nel complesso il livello medio di differenziata è stato del 33,4 per cento, con un incremento dello 0,8 rispetto al mese precedente. Il Comune con la percentuale più alta è Giardinello, in provincia di Palermo, che con l’86,5 per cento guida un gruppetto di centri virtuosi capaci di superare la soglia dell’80 per cento e di fatto superare i livelli richiesti dalla normativa a livello europeo. A farne parte sono anche Zafferana Etnea, San Michele di Ganzaria, Sambuca di Sicilia, Longi, Montedoro e San Giuseppe Jato.
Tali risultati ragguardevoli incidono però in maniera limitata sul quadro generale, dove hanno maggiore peso i Comuni più grandi e su tutti le città metropolitane. Le quali, peraltro, finora hanno rappresentato il principale tallone d’achille per Nello Musumeci, per il quale quella dei rifiuti è apparsa da subito la grana principale da gestire. Ed è anche per questo che tra il governatore e i sindaci di Palermo, Catania e Messina nei mesi scorsi non sono mancate le tensioni, il cui apice è stato raggiunto con la minaccia – poi neutralizzata dal Tar – di fare decadere i primi cittadini che non fossero riusciti a innalzare la differenziata al 30 per cento, senza provvedere autonomamente a organizzare l’invio dellla spazzatura all’estero.
Da allora i rapporti tra le parti sono in parte migliorati, con la Regione che ha concesso nuove proroghe in cambio di programmi dettagliati per uscire dall’emergenza, anche se non sono mancate le frizioni specialmentre con Leoluca Orlando e le querelle legate alla discarica di Bellolampo. Se si guarda però ai numeri l’unica riflessione che per ora si può fare è quella riguardante la lentezza con cui si compiono i passi avanti. A preoccupare di più in tal senso è senz’altro Catania, dove la differenziata tra luglio e agosto è rimaste ferma al sette per cento del mese. Nel capoluogo etneo – il cui piano per uscire dall’emergenza rifiuti non ha trovato piena condivisione negli uffici regionali – la situazione politica in questi giorni è resa ancora più difficile per via dell’ormai ufficializzato dissesto finanziario.
A Palermo, invece, un miglioramento seppure risicato c’è stato: si passa, infatti, dal 15,2 al 16,2 per cento. Risultato migliore a Messina, dove si tocca il 19 per cento, che rappresenta la punta più alta fin qui raggiunta. Passando agli altri capoluoghi i dati sono altalenanti: Agrigento, ad agosto, pur registrando a 63,9 per cento continua a calare (- 5,7%); Caltanissetta rimane sostanzialmente stabile con il 38,4 per cento (- 0,1%); Enna sale al 44 per cento (+ 7,1%); Ragusa è al 41,8 (+ 1,2%), Siracusa al 25,6 per cento (+ 1,4%), chiude Trapani con un dato non buono: dal 15,8 di luglio si è scesi al 12,6 per cento di agosto.
Accanto ai numeri resta il piano politico. Mentre si resta in attesa del piano rifiuti che Musumeci ha confidato di presentare entro la fine dell’anno, nei giorni scorso a tenere banco è stato il progetto presentato da Oikos a Centuripe Nel centro dell’Ennese, che ad agosto ha registrato una percentuale di differenziata poco al di sotto del 55 per cento, la soceità della famiglia Proto vorrebbe realizzare una maxi-piattaforma di gestione per i rifiuti, soprattutto indifferenziati, con la vasca più grande finora costruita in Sicilia. Un progetto che sembrerebbe scontrarsi con le direttive seguite dal governo regionale, ma su cui al momento il presidente della Regione non si è espresso.
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