Lo aveva già previsto. Nella propria bacheca Facebook il consigliere comunale M5s Antonino Randazzo scriveva così il 13 aprile: «Domani il sindaco Orlando ha convocato una conferenza stampa a Palazzo delle Aquile sulle criticità del Tmb di Bellolampo e l’avvio del secondo step di Palermo Differenzia in centro città. Cosa dirà domani il sindaco? Che è sempre colpa della Regione e dei cittadini?». Esattamente. Era dunque così facile da prevedere? O è Randazzo che ha particolari doti di preveggenza?
«Il sindaco ha delle responsabilità chiari ed evidenti – afferma il consigliere a MeridioNews – ed è arrivato il momento di assumersene le responsabilità. Lo scaricabarile di ieri non aiuta la città ad uscire la città ad uscire dall’emergenza. È sempre colpa di qualcun altro: della Regione, dei Comuni limitrofi, dei cittadini e addirittura ieri ha anche dato responsabilità ai cartonari che sottraendo i rifiuti in cartone alla Rap di fatto la sottraggono alle percentuali di differenziata. Dove sono le isole ecologiche? Dove sono gli incentivi per i cittadini per differenziare? Il regolamento per gli ispettori ambientali? Il piano spazzamento ad itinerari perché è stato accantonato? Forse perché era un sistema per permettere ai cittadini di potere verificare l’operato della Rap? Inoltre, fatto ancora più grave, continua a tenere in ostaggio la Rap non procedendo a nominare il nuovo Cda».
Randazzo ha inoltre eseguito una vera e propria operazione di fat checking sulle dichiarazioni di Orlando, associando ai dati e alle considerazioni diffuse dal primo cittadino le proprie osservazioni, ricavate da documenti ufficiali. «Un’operazione verità», come l’ha definita egli stesso, che servirebbe a «far chiarezza» perchè i «conti non tornano». Come per esempio sui motivi che hanno portato alla saturazione della sesta vasca di Bellolampo. «Orlando ha affermato – continua Randazzo nella sua disanima – che si è passato da 800 tonnellate a 1200 tonnellate per colpa dei Comuni limitrofi (Monreale, Villabate, Bagheria, Altofonte, Isola delle Femmine, Capaci, eccetera). Ma avete idea a quanto corrispondono circa 400 tonnellate al giorno di rifiuti? Circa 300mila abitanti. Quindi secondo il sindaco metà dei cittadini della provincia utilizza Palermo come una discarica. Il fenomeno delle migrazioni dei rifiuti è certamente presente, per carità, ma non con queste cifre folli».
Se l’opposizione del Movimento 5 stelle è da prevedere, specie in una partita come quella dei rifiuti dove questa giunta si gioca molto (nell’anno della Capitale della Cultura e di Manifesta, tra l’altro), non tutti però si schierano contro il primo cittadino. È il caso di Italia Nostra, la onlus nata nel 1955 per la tutela del patrimonio storico artistico e naturale italiano. «A Palermo si è inaugurata una fase nuova – scrive in una nota il consiglio direttivo del capoluogo -: è partita un’altra raccolta differenziata in altri quartieri (Politeama Via Dante etc.), e già da tre anni una azienda municipalizza si occupa del settore rifiuti, vera rarità in un mare di interventi di privati in tale settore. La recente emergenza è dovuta a guasti strani al MTB (Tritovagliatore biologico di pre-trattamento) di Bellolampo, forse per boicottaggi sotterranei che possono celare interessi torbidi che puntano a una situazione di falsa emergenza rifiuti, così si crea l’emergenza».
L’associazione culturale invoca una collaborazione tra le istituzioni, finora riottose, anche se tende a rinoscere i meriti della giunta comunale e a puntare il dito contro il governo Musumeci. «Auspichiamo che la Regione – prosegue Italia Nostra – si ponga sulla questione rifiuti con gli organi preposti in una dimensione di collaborazione e di ausilio al Comune di Palermo che ha sempre generosamente aiutato numerosi altri Comuni per lo smaltimento rifiuti. Oggi l’amministrazione Orlando ha aumentato sensibilmente la differenziata (dal 4 al 16 per cento in un anno) e il dato si può e si deve migliorare, e la Regione che fa? Da anni aspettiamo un Piano Regionale che fa su e giù dal Ministero dell’Ambiente viene modificato, poi ritoccato come una questione che scotta o che forse non si vuole o non si sa risolvere».
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