«Non riusciamo a conferire l’organico da più di due mesi». Il grido d’allarme del sindaco di Carini Giovì Monteleone è l’ennesimo paradosso di una terra, la Sicilia, che a parole punta sulla raccolta differenziata ma che poi, nei fatti, sembra quasi spingere al boicottaggio della stessa. Tra assenza di impianti (pubblici e privati), una riforma dei rifiuti bocciata all’Ars e un piano rifiuti solo abbozzato, l‘eterna crisi di Bellolampo e sullo sfondo gli interessi mafiosi sulle discariche. Solo comprendendo un contesto del genere si comprendono le difficoltà di un centro di medie dimensioni come Carini.
«Siamo in una situazione paradossale – continua il primo cittadino – per cui una città come la nostra, che d’inverno ha 40mila abitanti e d’estate 80mila, raccoglie 200 tonnellate di umido alla settimana e allo stesso tempo non può effettuare la differenziata. È noto che la presidenza della Regione ci impone una raccolta al 65 per cento: ebbene noi riusciamo quasi a raggiungerla, ma il governo non si è mai preoccupato di farci avere gli impianti dove poter conferire».
Dopo lo stop di Bellolampo a settembre Carini avrebbe dovuto portare le proprie quote di organico a Termini Imerese, presso Ecox. Ma le pause e le ripartenze dell’impianto di compostaggio hanno messo in difficoltà l’amministrazione. «Siamo riusciti ad avere un’intermediazione con la Tradeco – spiega ancora Monteleone – ma la trattativa è ancora in alto mare. Dove abbiamo portato l’umido in questi due mesi? Purtroppo o non viene raccolto o viene mischiato con l’indifferenziato, prendendo poi le multe. Tra l’altro le Srr, le società sono preposte alla regolamentazione delle raccolta, ci informano solo che non c’è nulla da fare. Faccio notare che il Comune di Carini versa alla Srr una quota annuale di 200mila euro. E con un servizio non più efficiente non sorprende poi che sono pochi i cittadini che pagano la Tari».
Il classico cane che si morde la coda, insomma. Eppure le soluzioni ogni volta sembrano a portata di mano. «È inutile provare a fare le riforme se non ci sono le piattaforme, che sono alla base di queste presunte riforme – osserva l’esponente Pd – L’intero sistema è in fallimento. Prima della riforma rifiuti che è stata bocciata dall’Ars bisognava presentare un piano di smaltimento. In questo modo, invece, il governo Musumeci ha provato a costruire una casa partendo dalle fondamenta di fango. Siamo veramente delusi, dopo tutti gli sforzi che abbiamo fatto. Quasi tutti i Comuni dell’area metropolitana di Palermo hanno buoni dati di differenziata, ma con queste difficoltà è impossibile completare il ciclo della raccolta in maniera efficiente ed ecologica. Non sappiamo più che pesci pigliare».
Stesso problema riguarda anche il Comune di Misilmeri: ma qui la sindaca Rosalia Stadarelli, che è arrivata a quota 83 per cento, non intende sospendere il conferimento dell’umido. «Non ci voglio pensare, con i sacrifici che ho fatto e che ho fatto fare ai cittadini, facendo anche le multe. Se la sospendo non faranno più la differenziata come prima, senza contare che un’eventuale sospensione comporterebbe avere rifiuti per strada e io non ne voglio. Un’altra opzione sarebbe iniziare delle trattative con le aziende private disponibili, cercando di mantenere i costi contenuti».
Per la sindaca bisogna partire dal presupposto che «gli impianti per il conferimento dell’organico non sono sufficienti nella Regione Siciliana – afferma –, siamo in emergenza per il conferimento già da agosto. Gli impianti funzionano a singhiozzo e fino ad adesso siamo riusciti a salvarci grazie alle 72 ore consentite per tenerlo negli scarrabili. Ora però la Raco di Belpasso, dove portiamo la quota di organico, che è stata chiusa una settimana, ci fa sapere che avrà fino al 13 novembre i cancelli chiusi, è chiaro che l’emergenza si amplia». La sindaca spiega che nell’ultimo periodo soprattutto c’è sempre più incertezza su dove conferire l’organico e che a volte ha dovuto cambiare sito anche ogni settimana. «Ci siamo avvalsi anche di Ecox a Termini e dell’impianto di Lercara Friddi: questo comporta per tutti un aumento dei costi, l’umido è come oro, in più da una settimana all’altra non sai dove e con chi conferire, siamo in balia degli impianti privati».
Di fronte alle difficoltà dei Comuni, dalla Regione arriva la rassicurazione di un monitoraggio costante. La prossima settimana è anche previsto un incontro con i soci della Srr metropolitana, inclusa la Rap, per capire dove poter conferire l’organico nel breve periodo. Sono moltissimi, quasi tutti, i sindaci del Palermitano che stanno unendo le forze per cercare soluzioni e non escludono a breve iniziative di protesta. Ieri il Comune di Partinico, così come anticipato da MeridioNews, ha dovuto sospendere sia il servizio di raccolta porta a porta dell’organico sia quello presso le postazioni mobili. E Palermo non sembra essere l’unica provincia in crisi.
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