La discarica pubblica a servizio della parte settentrionale della provincia di Catania si farà a Randazzo. La decisione presa dal consiglio d’amministrazione della Srr Catania Nord sarà al centro della riunione dei sindaci che si svolgerà questa mattina. Un incontro che dovrebbe servire da presa d’atto dell’impiantistica pubblica la cui pianificazione, per legge, spetta proprio all’ente territoriale. L’ipotesi Randazzo, già da qualche mese nell’aria, ha registrato un’accelerata nelle ultime settimane con una serie di sopralluoghi e l’affidamento a un geologo di uno studio di fattibilità.
La piattaforma integrata per la gestione dei rifiuti urbani raccolti nei comuni di Acireale, Adrano, Bronte, Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Maniace, Mascali, Piedimonte Etneo, Randazzo, Riposto e Santa Venerina comprenderà una vasca per rifiuti non pericolosi, un impianto di trattamento meccanico-biologico (Tmb) e uno di compostaggio. L’area si trova nell’isola amministrativa di Spanò, nell’estrema periferia sud di Randazzo. «E precisamente – si legge nello studio – a nord del centro urbano di Centuripe dal quale dista (in linea d’aria) circa 7,5 chilometri, a nord-ovest di Adrano dal quale dista circa 8 chilometri, a sud-ovest di Bronte dal quale dista circa 12 chilometri e a nord-est di Regalbuto dal quale dista circa 10 chilometri».
All’inizio si era pensato che l’intera piattaforma potesse ricadere all’interno di due particelle catastali, ma poi si è capito che ci sarà necessità di utilizzare un’area più ampia. Si tratta di terreni privati che, quindi, saranno espropriati. «L’intendimento – ha chiarito il cda della Srr – è di attivare I’iter necessario per giungere in tempi strettissimi alla definitiva individuazione delI’area e al suo inserimento nel Piano d’ambito, per consentire agli organi competenti il compimento delle ulteriori attività e in particolare quella di progettazione dell’opera, considerato che, la società ha già rappresentato che non è in grado di farsi carico di tale onerosa attività».
Quella di dotare la Sicilia di impianti pubblici per la gestione dei rifiuti è una delle scommesse che il governo Musumeci ha fatto dal giorno dell’insediamento. La volontà è quella di riuscire a creare un’alternativa al monopolio dei privati, specialmente in fatto di discariche, che possa da una parte garantire un abbassamento dei costi per i Comuni e dall’altro un maggiore controllo dei conferimenti. In un settore dove storicamente le difficoltà non mancano e che, negli ultimi mesi, è tornato al centro dell’attenzione per l’inchiesta che ha portato all’arresto dei titolari della Sicula Trasporti e al sequestro della discarica di Lentini.
L’area in cui dovrebbe sorgere la discarica pubblica è raggiungibile da due vie di accesso lungo la statale 575. «Entrambe hanno comunque bisogno di opere di miglioramento-ampliamento al fine di garantire il traffico veicolare degli automezzi fino agli impianti in progetto», si legge nella relazione. Dove, in merito all’importanza ecologica della zona, viene specificato che «attesa la natura pubblica del progetto si rimanda alle fasi successive di progetto dove saranno necessari gli approfondimenti di settore al fine di programmare opportuni interventi di mitigazione e compensazione». Nel corso dei lavori dovrà essere data attenzione anche all’infrastruttura idrica che attraversa a livello sotterraneo il terreno. La tubazione, gestita dal Consorzio di bonifica, «parte su due rami dai serbatoi Pozzillo e Ancipa e si estende fino al Simeto, per poi diramarsi nella piana di Catania».
Nel corso della riunione di oggi dovrebbe essere ufficializzata anche la pianificazione degli altri impianti. Le scelte del consiglio d’amministrazioni sono cadute su Mascali e Santa Venerina. Nel primo centro – in un’area di oltre 20mila metri quadrati – dovrebbe essere allestito un impianto per la gestione dei rifiuti Raee (le apparecchiature elettriche ed elettroniche) e un altro per il trattamento del multimateriale secco leggero, ovvero gli imballaggi in plastica e alluminio. A Santa Venerina, invece – in un terreno di 21mila metri quadrati – dovrebbero sorgere un centro di raccolta intercomunale, un impianto per il Raee e uno per lo stoccaggio del vetro.
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