Rifiuti, ancora in ritardo il centro comunale di raccolta Rap: «Attivo a Natale». M5s: «Serve l’impianto video»

C’è un Godot anche al Comune di Palermo: è il centro comunale di raccolta dei rifiuti. Indicato lo scorso maggio con un’ordinanza sindacale urgente, avrebbe dovuto essere attivo a settembre. C’era anche il luogo: un ex bene confiscato alla criminalità organizzata, al civico 84 di Viale dei Picciotti, a Brancaccio. E l’affidatario, gratuito, vale a dire la Rap – la municipalizzata che si occupa della raccolta e della gestione dei rifiuti in città e che spiegava come nel ccr potranno essere conferiti, tra gli altri, rifiuti ingombranti, oli e grassi, apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, pneumatici, legno e metalli. Poi l’appuntamento è saltato. Il 3 ottobre il Comune scriveva che «entro poche settimane saranno attivati due ccr in viale dei Picciotti e a Piazzetta della Pace». Ma quelle «poche settimane» cominciano a diventare molte. Intanto il 14 novembre scorso il Comune con una seconda ordinanza sindacale urgente ha rinnovato di altri sei mesi il tempo di attuazione del ccr. Senza però indicare i tempi di realizzazione.

«Siamo in fase di completamento per un’importante prescrizione che insisteva sul sito da parte dell’autorità sanitaria – spiega il presidente Rap Giuseppe Norata – anche se potevamo derogare l’ordinanza ma abbiamo voluto ottemperarla ugualmente. Si tratta dell’installazione di un disoleatore, che serve a trattare le acque di prima pioggia. L’apertura è stata rinviata per questo». Sui tempi Norata si sbilancia: entro Natale il centro comunale di raccolta di Brancaccio dovrebbe essere attivo. Il ccr, tra le altre cose, era indicato come prioritario anche per l’aumento dei dati della raccolta differenziata, col Comune che indicava alla Regione il raggiungimento del 30 per cento entro l’anno. «Ci stiamo provando in tutti i modi – continua Norata – Abbiamo accelerato le procedure di affidamento per la fornitura. Manca l’arredo, ma quello lo sistemeremo immediatamente una volta che sarà tutto pronto. Il centro comunale di raccolta può contribuire ad attenuare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti ingombranti per la città. Perché avendo un sito dove potere conferire 12 ore al giorno, specie proprio gli ingombranti, il fenomeno dovrebbe essere contenuto. In altre realtà ho potuto osservare come il centro abbia diminuito il problema dell’80 per cento». 

Negli scorsi giorni il presidente Rap si era spinto a paventare l’ipotesi della regia della mafia dietro l’abbandono degli ingombranti, considerando che le modalità, i luoghi e persino il tipo di rifiuti si ripetono sempre uguali. Una teoria in parte respinta dal capogruppo consiliare M5s Antonino Randazzo. «C’è qualcosa di anomalo, certamente, ma c’è un mercato dell’usato che è sotto gli occhi di tutti – afferma -. L’area dove si addensano gli ingombranti è non a caso quella a ridosso dell’Albergheria. Che ben venga la normalizzazione incentivata dal Comune ma fino a quando non regolarizziamo questi operatori resta un problema: dove vengono buttati questi rifiuti se tutto avviene in nero? Il Comune ha gli strumenti per poter contrastare chi fa quest’attività in maniera illecita. Si può utilizzare ad esempio la tecnologia, ad esempio, nei luoghi dove ci sono discariche croniche. C’è una chiara volontà politica di non voler affrontare la questione con controlli e sanzioni. Ma è una cosa che i cittadini chiedono».

Le discariche croniche dunque sono la spia di un problema sul quale i centri comunali di raccolta potrebbero incidere. Considerando che proprio la giunta Orlando in campagna elettorale li aveva indicati come priorità. «Non solo siamo in ritardo rispetto alle indicazioni del Comune ma anche rispetto alle promesse del nuovo presidente Rap – osserva il consigliere pentastellato – Diciamo che fino all’arrivo di Norata nessuno si era posto il problema del centro comunale di raccolta. Noi poniamo comunque una serie di criticità, a partire dalla sicurezza: non si può aprire un centro del genere e lasciarlo senza un impianto di videosorveglianza, se qualcuno entra cannibalizza tutto. Soprattutto lavatrici ed elettrodomestici, che sono quelli di cui c’è una ricerca spasmodica legata alla vendita del ferro in nero».

Andrea Turco

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