Riduzione del danno: approccio scomodo

Uno dei compiti della Convenzione per la Pace è quello di far conoscere ciò che accade nel mondo.
Luciano Nigro (docente Malattie Infettive, Università di Catania e presidente LILA-Catania) e Arturo Montineri (dirigente medico I livello, “Ferrarotto” e responsabile progetto Africa, LILA-Catania) lo hanno ribadito in occasione della prima iniziativa pubblica della Convenzione.
L’incontro ci ha dato l’opportunità di approfondire alcuni spunti con i due medici, che da anni sono attivi nella sensibilizzazione del “problema” AIDS.

-Dibattito “Zimbabwe: una guerra diversa”

Nigro: “Questa iniziativa, promossa dal preside Pioletti e accolta da molte associazioni, si propone solamente di aprire il dibattito. I partiti continueranno a fare il loro lavoro per la pace, le persone singole continueranno a manifestare se vogliono, i gruppi socialforum e comitati per la pace agiranno più politicamente; Noi ci inseriamo nella problematica della informazione.
Informare di quello che accade nel mondo, che è poi alla base della “non pace”.
La Convenzione vuole parlare di tutto, ma soprattutto di esperienze locali. Si è deciso di partire dal nostro progetto in Zimbabwe per parlare di ciò che succede negli altri paesi africani.
Noi abbiamo due progetti:

Uno, iniziato due anni fa, è triennale e probabilmente sarà prolungato. E’ svolto insieme al COSB, un ONG milanese, è un progetto principalmente di public health, promozione della salute in termini di formazione del personale e fornitura di strumenti per aprire ambulatori nel territorio, per la prevenzione della infezione di HIV da madre a figlio.
Il progetto prevede l’apertura di 46 ambulatori, in due anni ne sono stati aperti 32. Un altro aspetto fondamentale è stata la mobilitazione sociale: far sentire proprio il nuovo servizio alle autorità e alla gente del posto.

L’altro progetto che abbiamo è quello di “Susy Costanzo-Adotta la terapia antiretrovirale di una donna africana”. L’obiettivo è di averne 20, siamo già arrivati a 10, sta andando abbastanza bene. Noi ci inseriamo in un progetto più grosso portato avanti dalla fondazione BAZZONI, che garantisce 600 trattamenti.
Noi lavoriamo ovviamente anche a Catania. Abbiamo delle unità di strada per le prostitute e per i tossicodipendenti, già attive da alcuni anni”.

Montineri: “L’iniziativa della LILA in Africa è iniziata nel 2001 con un programma finanziato dall’UE in collaborazione con un ONG di Milano. Era e tuttora è un programma di prevenzione della trasmissione dell’HIV da madre a figlio: l’obiettivo è quello di fare nascere bambini sani da madri sieropositive. Ciò fa parte di una delle strategie che l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta mettendo in atto nei paesi ad alta endemia e a basso reddito, dove non è possibile tuttora avere delle terapie. Durante questo progetto è stato costruito un ospedale è stato aperto in Zimbabwe 25 anni fa e che in quel momento era l’unico posto dove venivano date delle terapie a pazienti e bambini con HIV. L’ospedale si chiama Luisa Guidotti in zimbabwe. L’obiettivo finale del progetto, e di tutte le iniziative che tendono a raccogliere fondi, è quello di raccogliere fondi per l’acquisto di farmaci per questo ospedale”.

-“riduzione del danno”: approccio scomodo

Nigro: “la “riduzione del danno” non è gradita per niente alle amministrazioni di destra ma neanche a quelle di sinistra, in quanto non si arriva a dire “Ho fatto smettere la donna di prostituirsi”. Ma nessuno lo può dire: il processo è molto complesso e lungo, lo stesso vale per i tossicodipendenti.
Partendo sempre dal rispetto e dal mantenimento della salute, quindi da pratiche che non ti fanno acquisire patologie, soprattutto infettive, si arriva poi ad avere cura di sé e si comincia ad avere cura anche del proprio stare nella società, nel prendersi carico delle proprie problematiche e di cominciare percorsi di “recupero”.

La differenza di mentalità tra l’Italia e gli altri stati europei si spiega con il fatto che noi non ragioniamo scientificamente. Tutte le comunità terapeutiche stanno cambiando, si sono rese conto che bisogna agire in maniera diversa. Gli altri stati europei hanno sposato la politica della riduzione del danno, con l’apporto fondamentale del Pubblico.
Purtroppo l’Italia ragiona moralisticamente, e non solo in questo campo. La questione non va ricondotta ad un governo o ad un altro, anche se la sinistra è più aperta a questo tipo di ragionamento”.

Montineri: “Le politiche della LILA sono sempre state incentrate sulla “riduzione del danno”: un intervento pratico tramite unità di strada nel territorio di Catania per opera di prevenzione tra soggetti che fanno uso di sostanze per evitare la trasmissione.

Il problema dei finanziamenti è un problema tutto italiano. Le recenti polemiche in seno alla Commisipne Europea hanno evidenziato la differenza di mentalità che c’è in Italia rispetto al resto d’Europa. Da questo punto di vista noi restiamo isolati, restiamo lontano dalla tendenza verso cui si va. E’ chiaro che è l’obbiettivo della LILA non è tanto quello di supportare determinate categorie, quanto quello di superare il concetto di categorie. Il problema HIV/AIDS è uguale per tutti, l’epidemia è correlata ai rapporti sessuali ma rapporti sessuali eterosessuali non tanto omosessuali. Le campagne di prevenzione e di supporto vanno date indiscriminatamente a chiunque, non deve esistere problema di sesso o di orientamento sessuale. Questo è l’orientamento della LILA, in linea con il resto del mondo. Poi che certi governi e schieramenti tendano invece ad andare all’incontrario, allora quello è un problema loro, sono loro che si contrappongono a quelle che sono le realtà attuali”.

-Il volontariato

Nigro: “Io penso che il volontariato in una società civile non dovrebbe esistere: Lo Stato dovrebbe garantire l’informazione, il supporto ed il sostegno. E’ vero che il volontariato riesce a coprire parti che il Pubblico non può coprire, ma questo non vuol dire sostituirsi al Pubblico.
Le associazioni, in conseguenza delle politiche di destra ma anche di sinistra, sono state costrette ad entrare in questo fantomatico “terzo settore”: creare lavoro sottoccupato, sottopagato e precario. Anche noi abbiamo i nostri progetti e i nostri finanziamenti, però poi i nostri operatori quelli pagati lavorano 8 ore la settimana mal retribuite e non continuative perché il progetto un anno ci viene finanziato ed un altro no.

C’è stata la riduzione dei finanziamenti per due motivi: primo, la politica di questo Governo ha penalizzato il sociale a favore per esempio della Difesa. E poi c’è sempre la lotta contro il nostro approccio della “riduzione del danno”. Quindi noi di fatto non abbiamo più finanziamento pubblico, ma per fortuna ci sono le fondazioni private che ci sostengono”.

Montineri: “la LILA di Catania è nata più di dieci anni fa, dalla volontà di un gruppo di medici a stretto contatto con il problema HIV/AIDS. Poi con il tempo si sono uniti altri volontari, motivati dal fatto che l’aids è un problema che coinvolge tutti. E man mano che i progetti e le iniziative vanno avanti ci stiamo rendendo conto che sempre più persone si avvicinano. Devo dire che ci voleva una boccata d’ossigeno perché si è visto negli ultimi anni, soprattutto in Italia un calo di attenzione nei confronti del problema. Le persone non fanno più il test ma arrivano in ospedale già in AIDS, non si pongono neanche il problema di sottoporsi ad un test perché non pensano al possibile rischio di alcuni eventi. Questo è dovuto al fatto che ormai del problema non si parla più, è impossibile ormai accendere la televisione e trovare una propaganda contro l’HIV”.

-Musica e AIDS

Nigro: “Il concerto del 10 novembre è l’ennesimo tentativo di sensibilizzare i giovani al problema AIDS. Ma è sempre difficile: cerchiamo modalità sempre diverse ma non si trovano mai. questo è un’altro tentativo.
La sensibilizzazione è molto importante, riguarda tutti, in particolare i giovani.

-Problema prostituzione

Nigro:”Il problema delle prostituzione non è chi si prostituisce ma sono i clienti. Se non ci fossero i clienti, non ci sarebbero le prostitute. Siamo una società che ha approfondito la questione? Ha capito cosa ci sta dietro?
Io non sono favorevole alla prostituzione ma sono disposto a discuterne per capire. Le politiche proibizionistiche non hanno senso se poi si sviluppano dei mercati neri: ormai delle donne c’è una vera e propria tratta e lì il problema non sono di sicuro le prostitute.

-Legalizzazione droghe leggere

Nigro: “Sono favorevole alla legalizzazione di droghe che non hanno effetti nocivi. Dobbiamo sempre considerare un uso ed un abuso, e non soltanto delle sostanze, è una questione che si può ampliare a tutti i campi, comunque l’abuso è sempre deprecabile.
Le droghe leggere e quelle pesanti hanno lo stesso mercato, e allora il problema è il mercato.
Io sono per una politica non repressiva, considerato anche il fatto che la politica repressiva non riesce a risolvere il problema e anzi ci rende la vita un inferno, mettendo a rischio la vita di molte persone in nome della difesa della società”.

-Le case chiuse

Nigro: “Servono solo a nascondere il problema e a renderlo clandestino e la clandestinità è sempre negativa. Se leviamo le donne dalle strade di sicuro non andranno in posti dove verranno controllate, andranno in posti dove faranno guadagnare di più. E poi già esistono questi posti.
Le straniere sono per strada e le italiane sono nelle case: sempre più spesso i giornali riportano le cronache di scoperte di case o locali in cui ci si prostituiva”.

Giorgio Pennisi

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