La notizia è arrivata all’improvviso: il Movimento Studentesco Catanese, risorto dalle ceneri che aveva lasciato per strada lo scorso inverno, ha occupato il Rettorato, in piazza Università. Era stato annunciato per questa mattina un grande sciopero con corteo al seguito, indetto dai sindacati di base, che si snodasse per le vie del centro di Catania, per protestare a gran voce contro i tagli alla scuola e all’Università prospettati dalla riforma Gelmini. In mattinata, i momenti di tensione non erano mancati davanti alla Prefettura, come riferiamo nelle altre cronache della giornata.
«L’atteggiamento delle forze dell’ordine era evidentemente ostile», denuncia Matteo Iannitti, volto noto dell’MSC. «Ci hanno preso a calci e pugni, nonostante noi facessimo resistenza passiva…». La situazione pare non sia migliorata in piazza Università, dove il corteo è stato fermato prima che potesse entrare al Rettorato. «A quel punto», continua Iannitti «il portone si è aperto. Il Rettore, con la sua macchina, tentava di uscire e noi l’abbiamo “sequestrato”».
Circondata l’auto del prof. Antonino Recca, gli studenti hanno impedito che si allontanasse, finché non è stato concesso loro il permesso di entrare nel Palazzo. Il Rettorato, dunque, è stato occupato. Non proprio pacificamente ma, senza dubbio, simbolicamente.
Raffaella Carrara e Maria Teresa Grippaldi, insegnanti precarie, dopo aver seguito il corteo mattutino sono rimaste con i giovani occupanti. «La manifestazione è stata piuttosto partecipata. Non tanto grazie agli universitari e agli insegnanti, quanto agli studenti medi, numerosissimi. Peccato per quello che è successo dopo: ci hanno impedito di uscire dal Rettorato, dicendoci che non saremmo potute rientrare. In fondo, volevamo solo andare a pranzo…», dichiarano.
A differenza dell’anno passato, non erano più di una trentina i ragazzi barricati all’interno dell’Università. E se lo scorso inverno l’occupazione s’era protratta per qualche giorno, questa volta non durerà, per espressa volontà dei “movimentisti”.
La data, inoltre, non pare essere stata scelta a caso: «Oggi pomeriggio, alle 18, è prevista la laurea honoris causa a Francesco Bellavista Caltagirone. E’ una presa in giro: nonostante ci siano in corso delle indagini a suo carico per la costruzione dell’edificio che ha sostituito il Mulino Santa Lucia, davanti al Porto di Catania, gli si conferisce la più alta onoreficenza che l’Università possa concedere», afferma Antonio Scalia, del Movimento. «Ci opporremo», conclude.
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