Il Consiglio comunale ha approvato ieri sera il contratto di servizio della Reset che prevede per gli anni 2017 e 2018 un incremento degli stanziamenti che saranno pari a 33 milioni di euro, tenendo conto degli aumenti del costo del lavoro e delle spese operative della società. Si conferma l’aumento medio del 13 per cento delle ore lavorative per ciascun dipendente, con una media che passa da 30 a 34 ore settimanali.
Il contratto approvato – che conferma l’obiettivo previsto dal budget 2017 con una crescita dei ricavi di circa il 20 per cento «rappresenta – per il presidente Antonio Perniciaro Spatrisano – la conferma di una impostazione aziendale volta a migliorare costantemente la qualità dei servizi resi alla città, in una ottica di sempre maggiore efficienza della spesa».
«Grazie a questo voto del Consiglio comunale – afferma il sindaco Leoluca Orlando – si conferma la bontà dell’impianto gestionale della Reset ed il suo ruolo strategico nel quadro delle aziende partecipate del Comune, con un intervento che sempre più valorizza le professionalità presenti fra i lavoratori ed un aumento dei già significativi servizi resi alla città».
Il contratto, tuttavia, secondo Salvo Barone segretario generale del sindacato Asia, farebbe riferimento a «una tabella del ministero del Lavoro che quantifica la resa oraria da 15 a 17. Ciò delude ancora una volta i lavoratori perché dalle previsioni per il 2017 mancano circa cinque milioni 750 mila euro». «Nell’accordo sindacale di costituzione della Reset – continua – il Comune si impegnava ad inserire in bilancio tre milioni invece ne ha previsto soltanto uno. L’adeguamento del contratto di servizio approvato ieri sera non tiene inoltre conto delle fatture già emesse da Reset dal primo gennaio ad oggi, con una perdita di 750 mila euro. Infine, il Patto per Palermo avrebbe dovuto identificare servizi da assegnare a Reset per circa tre milioni, ma ieri non è avvenuta nemmeno la discussione di merito».
«Una condizione complessiva – conclude – che provocherà grosse difficoltà gestionali dell’azienda e altrettante per le organizzazioni sindacali. Non c’è nulla da festeggiare, siamo certi che durante il prossimo incontro con i sindacati le aspettative di questi lavoratori, che sono ancora la fascia debole delle partecipate del Comune di Palermo, saranno messe nuovamente in discussione».
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