Eruzione Etna, i dettagli dell’evento di questa mattina Si è trattato di una interazione tra il magma e l’acqua

Una delle peculiarità dell’Etna che lo rendono un vulcano così amato da fotografi e turisti consiste nella possibilità di avvicinarsi in sicurezza per ammirare le eruzioni a distanze che, se si trattasse di vulcani più irrequieti, sarebbero impensabili. Soprattutto durante le spettacolari colate di lava, sono innumerevoli gli appassionati che giorno e notte immortalano nei loro scatti il lento avanzare del fronte lavico.

A volte però possono esserci degli eventi che ricordano di essere comunque al cospetto di uno dei vulcani più attivi al mondo anche se non particolarmente pericolosoE stamattina la Montagna, affettuoso appellativo con cui i suoi abitanti si riferiscono all’Etna, ha dato prova di tutta la sua imprevedibilità. Per fortuna non ci sono state gravi conseguenze per i turisti e gli esperti che si trovavano in prossimità del fronte lavico, entro i limiti stabiliti dalle direttive della Protezione Civile. Qualche ferita lieve è stata causata dal lancio di materiale incandescente in seguito a una serie di violente esplosioni che ha investito una decina di persone mentre assistevano alla colata che, dalle 23.50 di ieri sera, è alimentata dalla frattura originatasi sul fianco meridionale del cratere di Sud-Est. La paura, però, è stata davvero tanta a sentire i racconti di gente che frequenta il vulcano da oltre trent’anni e non aveva mai assistito a episodi del genere.

Un’eruzione come quella di stamattina, che in linguaggio vulcanologico è detta freatomagmatica, si verifica per interazione tra magma e acqua. Si tratta di eruzioni molto frequenti negli arcipelaghi vulcanici e in qualsiasi situazione dove il magma possa venire a contatto con dell’acqua (eruzioni sottomarine, presenza di un lago o di una falda freatica, presenza di un ghiacciaio, ecc.). L’eruzione di stamattina sull’Etna appartiene a questa categoria con la differenza che l’esplosione non è avvenuta in corrispondenza dei crateri sommitali ma a ridosso del fronte lavico. La massa di lava incandescente ha sciolto buona parte della coltre di neve sopra la quale stava avanzando con la conseguente formazione di vasche d’acqua più o meno consistenti che, scaldate dall’elevatissima temperatura della lava, hanno cominciato a bollire e a espandersi immediatamente fino a vaporizzarsi

Durante la conseguente esplosione, dai caratteri particolarmente violenti, l’acqua ha frammentato tutto ciò che ostacolava la propria fuoriuscita ed ecco che il risultato è stato un getto ad alta pressione di vapore incandescente, cenere e frammenti di roccia e lava scagliati anche a grande distanza dal punto di emissione. L’eruzione, la cui intensità dipende dalla quantità d’acqua vaporizzata, poteva essere anche molto più violenta di come invece si è manifestata e, dunque, riportare conseguenze ben peggiori. 

Michela Costa

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