Due ore di attesa sono troppe anche per chi è già sostenitore del sì, così prima che il presidente del Consiglio Matteo Renzi mettesse piede ieri sera a Ragusa, qualcuno ha deciso di abbandonare il teatro Tenda non senza far sapere a deputati e organizzatori di aver cambiato idea sul voto del 4 dicembre. Il pubblico ragusano non ha perdonato a Renzi il ritardo e così ecco che, quando il premier sale sul palco, viene accolto da una bordata di fischi e di buuu accompagnati da urla: «vai a casa» e «vergognati».
La protesta dura pochi minuti, poi Renzi inizia a parlare e scalda subito i cuori dei suoi sostenitori. Il presidente del Consiglio si è scusato per il ritardo e, in qualche modo, ha dato la colpa anche alla Ragusa-Catania lanciando la prima promessa: «Dal prossimo anno i tempi di percorrenza saranno più celeri». Anche se il pensiero è al referendum, Renzi non ha mancato di rimarcare i punti di forza e di debolezza della provincia iblea evidenziando le linee guida del governo per il rilancio dell’Isola. In sala, oltre ai sostenitori, anche qualche gruppo (non molto organizzato) intervenuto con la speranza di poter manifestare il proprio disagio. In fondo alla sala dei lavoratori licenziati alzano manifesti con scritte ironiche, ma prontamente vengono invitati a metterli da parte.
Tra chi avrebbe voluto organizzare una protesta nei confronti di Renzi ma poi ha desistito, c’è anche il presidente regionale del Movimento riscatto di Vittoria, Maurizio Ciaculli, che si occupa di difesa del comparto agricolo e della lotta alle aste giudiziarie. «Avevamo pensato di inscenare una protesta – dice a MeridioNews Ciaculli – ma cosa avremmo ottenuto? Qualche foto sui giornale e una denuncia». A convincere l’imprenditore anche la promessa arrivata da qualcuno tra gli onorevoli presenti in sala di un incontro con Renzi. Incontro che però non si è tenuto. «Visto il ritardo sulla tabella di marcia – continua Ciauculli – appena si è concluso l’intervento, Renzi è andato via non dando a nessuno possibilità di dialogo».
Una delusione che l’imprenditore, che negli scorsi anni sarebbe stato vittima di diversi atti intimidatori da parte della criminalità organizzata, fa difficoltà a digerire. «È un vero peccato, per noi sarebbe stata una occasione importante per poter far conoscere i problemi legati all’agricoltura, messa in ginocchio da accordi scellerati come quello Euro-Marocco e da virus che stanno colpendo le produzioni, ma anche – sottolinea – la questione delle aste giudiziarie, che portano alla svendita di patrimoni. Sarebbe stato bello – conclude Ciaculli – se Renzi non fosse venuto soltanto per promuovere il referendum».
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