In seconda chiamata, all’interno di una seduta fiume che si conclude a mezzanotte e mezza, il rendiconto finanziario 2014 viene approvato dal consiglio comunale di Catania. A votare sono soltanto 19 consiglieri su 25 presenti, per un computo finale che registra 16 sì, tre no e sei astensioni. I rappresentanti in aula sono per lo più provenienti dalle forze di maggioranza che alla fine riescono a compattarsi. Nonostante le critiche all’amministrazione non siano mancate né dal centrodestra né dal centrosinistra, anche per l’assenza del sindaco Enzo Bianco. Ma soprattutto per la lentezza nella presentazione al consesso cittadino della delibera sul consuntivo dello scorso anno. Che ha registrato diverse polemiche e prese di posizioni nel mondo politico etneo e regionale.
Particolarmente duro l’intervento del presidente della commissione Bilancio Vincenzo Parisi. «Perché mai i revisori dei conti hanno avuto quattro mesi di tempo per visionare il documento, mentre ai consiglieri sono stati dati solo tre giorni?», attacca. «È vergognoso pensare che i membri di quest’aula siano dei Mandrake o peggio ancora carne da macello dell’amministrazione», continua Parisi. Il riferimento del presidente della prima commissione permanente è alla «eventualità secondo cui la mancata approvazione del rendiconto porti il Comune a non potere pagare dipendenti e fornitori, a fronte di una mancata erogazione di fondi da parte del ministero degli Interni». Come a dire che i consiglieri comunali sarebbero stati moralmente obbligati, al di là di logiche politiche e di partito, a votare favorevolmente il consuntivo per evitare la perdita di posti di lavoro sul territorio. Una minaccia però allontanata dal presidente della commissione Tributi Salvatore Tomarchio, che in merito parla di «false conoscenze».
A chiedere l’approvazione del documento era stata nel pomeriggio anche l’associazione degli imprenditori etnei Confcommercio. «Un bilancio da approvare al buio non è certo il massimo, ma Catania è sull’orlo del fallimento e ha bisogno di avere liquidità per pagare dipendenti e fornitori», avevano affidato a una nota i dirigenti Giovanni Saguto e Francesco Sorbello.
Non ci sta a farsi «mettere con le spalle al muro dalla giunta» il leader di Area popolare Manlio Messina. Uno dei più critici dell’aula. Che entra subito nel merito dell’ordine dei lavori con una serie di interrogazioni rivolte all’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando. «È vero che l’azienda Sidra ha formulato un decreto ingiuntivo nei confronti dell’ente in seguito alla mancata adempienza di un debito di 40 milioni di euro?», chiede. E ancora: «Perché ogni anno troviamo sempre le stesse criticità in questo documento?». La replica di Girlando è veloce: «La Sidra non ci ha notificato nulla, ma sappiamo comunque che si tratta di qualcosa relativo al 2013 che non interessa ciò di cui discutiamo oggi».
Non altrettanto sbrigativa, però, è la presentazione della delibera da parte del titolare al Bilancio. Che subito si scusa per la lentezza dell’iter, la cui colpa sarebbe da attribuire «a una serie di passaggi intermedi», sottolinea. E fa quadrato sugli interventi di alcuni consiglieri che puntano l’indice contro le voci relative ai debiti fuori bilancio e ai rapporti con le società partecipate. «I problemi non sono quelli ma – fa un elenco – i punti critici sono le espropriazioni, gli interventi in materia di lavori pubblici, le sentenze passive e le rinegoziazioni dei debiti». E si fa scudo del parere favorevole incassato dai revisori dei conti. Due di loro – Fabio Sciuto e Natale Strano – siedono proprio accanto a Girlando, e all’occorrenza intervengono.
È proprio a Strano che il consigliere del Partito democratico Niccolò Notarbartolo rivolge alcune interrogazioni. E chiede chiarezza sulla contabilizzazione del credito della partecipata Amt e sui bilanci delle altre municipalizzate. «Ci sarà pure parere favorevole, ma ci sono anche criticità nelle 55 pagine di relazione firmate dai revisori di conti in cui – continua il vicepresidente della commissione Bilancio – si parla di straordinari pagati agli uffici del gabinetto del sindaco e dell’imposta di soggiorno che non viene riscossa adeguatamente». «C’è una cattiva gestione del personale» perché «vengono pagati straordinari a dipendenti per l’invio di una mail e il tributo di soggiorno è affidato a una signora che lavora negli uffici Cultura. Stiamo scherzando?», evidenzia Notarbartolo. La replica di Strano insiste sugli straordinari in eccesso. «Abbiamo prescritto di usare lo strumento con maggiore contezza», conclude il presidente del collegio.
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