La ‘botta’ è micidiale: salta la convenzione tra Regione siciliana e Ismett, l’Istituto mediterraneo Trapianti di organi che ha sede a Palermo. La ‘Piattaforma trapiantologica’ trasferita direttamente da Pittsburg in Sicilia alla fine degli anni ’90 del secolo passato non riceverà più il contributo straordinario. In altre parole – come leggiamo sul Giornale di Sicilia on line – andrà a regime come tutte le altre strutture sanitarie.
Noi ricordiamo che, qualche mese fa, la Commissione Sanità dell’Ars aveva puntato i riflettori sull’Ismett. Ed è venuto fuori un dato un po’ forte: e cioè che l’Ismett costa ogni anno alla Regione siciliana circa 94 milioni di euro. Di questi, meno di 40 milioni di euro sono rimborsi dei cosiddetti Drg, ovvero i fondi che l’Amministrazione pubblica paga alle strutture sanitarie private.
Il nostro dubbio è che la Regione potrebbe tagliare il 50 per cento dei fondi all’Ismett. Vero? Falso?
Così abbiamo chiesto ‘lumi’ al presidente della Commissione Sanità dell’Ars, Pippo Di Giacomo, battagliero parlamentare del Pd.
“Non c’è alcun taglio, almeno sul piano teorico – chiarisce l’onorevole Di Giacomo -. Si chiude solo la parentesi del contributo straordinario. Detto in parole più semplici, se l’Ismett vorrà continuare ad avere le stesse risorse finanziarie che la Regione gli ha garantito fino ad oggi, dovrà effettuare un numero di prestazioni tali da giustificare la somma che fino ad oggi gli è stata corrisposta ogni anno. Tutto qui”.
Insomma, se fino ad oggi – per ipotesi – il 50 per cento dei fondi erogati all’Ismett andava ricondotto al pagamento dei Drg e il restante 50 per cento ad attività di ricerca, di certo importante in un settore come quello della trapiantologia, a partire dal prossimo anno la Regione riconoscerà soltanto i Drg.
Morale: l’Ismett, se vorrà continuare a introitare 94 milioni di euro dalla Regione dovrà effettuare prestazioni sanitarie di pari importo.
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