Regionali, il M5s presenta l’assessora all’Agricoltura Federica Argentati, vita da agronoma e imprenditrice

«Ripartiamo dalla terra, ripartiamo dalla vita». Non è casuale la scelta di Giancarlo Cancelleri, candidato alla presidenza della Regione del Movimento 5 stelle, di presentare come primo assessore designato quello all’Agricoltura. È da qui, secondo Cancelleri, che bisogna partire per rilanciare l’economia dell’isola. «Mi piace che sia una donna a guidare l’Agricoltura – ha sottolineato Cancelleri – perché la terra dà i frutti, la donna fa i figli. Mi sembrava un segnale importante». Assente Luigi Di Maio in conferenza stampa, che nel pomeriggio sarà invece nel Messinese col candidato alla presidenza della Regione per dare il via alla fase due della campagna elettorale.

La designata è Federica Argentati, agronoma che dal 1998 al 2007 ha diretto una organizzazione di produttori agrumicola, mentre dal 2010 al 2014 è stata presidente di Fedagri Sicilia. Nel suo curriculum anche il ruolo di componente del consiglio dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali. Da libera professionista ha intrapreso un percorso che mira a contribuire allo sviluppo del territorio siciliano attraverso varie collaborazioni sia con aziende della filiera ortofrutticola che con enti pubblici e privati. Presidente del Distretto produttivo agrumi di Sicilia, dal febbraio 2010 è presidente della omologa società consortile. Argentati, insieme ai fratelli, gestisce un’azienda agricola nell’entroterra dell’Isola.

Nonostante sia un tecnico e non abbia molta esperienza politica, Argentati non si lascia intimidire dalle domande dei giornalisti e appare piuttosto disinvolta. «A mio parere finora, nonostante gli strumenti siano stati istituiti, si è andati avanti spesso soltanto per slogan. Invece serve un accompagnamento a questi strumenti messi in campo dalla Regione a sostegno delle imprese agricole». A chi le chiede una valutazione dell’operato dell’assessorato guidata da Antonello Cracolici, Argentati non cade nella polemica: «Credo che le colpe non siano mai di una persona soltanto, a mio avviso la discontinuità di questi anni non ha aiutato affatto».

A proposito del fenomeno del lavoro nero e dello sfruttamento dei migranti nelle campagne siciliane, è Cancelleri a intervenire, raccontando di aver visitato i campi del Vittoriese. «Stiamo ragionando su dei protocolli d’intesa con quelle aziende che non usano queste prassi. È chiaro che è complicato stanare il lavoro nero, ma le forze dell’ordine hanno individuato diversi casi negli ultimi anni, per cui una base di partenza di aziende che hanno sfruttato il lavoro nero sicuramente c’è». 

I cinquestelle puntano molto sull’interconnessione tra assessorati, cercando di guardare alla macchina amministrativa complessivamente. E così, ad esempio, sui consorzi di bonifica che, per quanto attiene alla gestione del sistema irriguo e alla manutenzione delle dighe, diventa un argomento a incastro con l’assessorato all’Energia. «Li ridurremo da undici a due – annuncia Cancelleri -. Uno per la Sicilia orientale e uno per la Sicilia occidentale. Secondo le nuove norme dovrebbe essere già così, ma la politica lì ha tirato il freno a mano. Non ci saranno commissari, i consorzi non sono istituti guidati per nomina politica: dobbiamo convocare – specifica il candidato pentastellato – le elezioni dopo vent’anni che non vengono indette. Sono gli agricoltori a dover scegliere la loro governance. Noi non abbiamo amici da piazzare». Sulle dighe: «Dobbiamo andare a rivedere i contratti di concessione, perché bisogna verificare che le aziende si occupino della manutenzione». 

«L’agricoltura – ha sottolineato ancora Argentati – è un ramo dell’amministrazione strettamente connesso all’ambiente, al turismo, all’energia. In questo senso fare cooperazione tra gli assessorati, fare rete, diventa fondamentale». Ma l’assessora designata da Cancelleri non si nasconde dietro un dito: «Non vi aspettate che io abbia la bacchetta magica, però abbiamo tante ricette. A cominciare – conclude – dall’utilizzo dei fondi comunitari: dovremmo imparare ad usarli un po’ meglio».

Miriam Di Peri

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