Sì, no, forse. La possibilità di arrivare alle primarie per scegliere il candidato alla presidenza della Regione tra le fila del Campo largo targato Pd-Movimento 5 Stelle non è vista da tutti di buon occhio. Il sistema di incoronazione democratica del candidato, marchio di fabbrica dei Dem, che in questo caso tuttavia sembrerebbero piuttosto propensi a evitare, era stata ventilata da Claudio Fava, uno che dovrebbe ricoprire un ruolo importante all’interno del perimetro della coalizione, ma che ha deciso già da tempo di tentare di nuovo l’avventura da candidato, piaccia o no agli alleati. Intenzione ribadita negli ultimi giorni. Per evitare la frattura e ritrovarsi dunque con due candidati a caccia di voti nello stesso bacino elettorale di vocazione progressista, secondo il presidente della commissione Antimafia, l’unica condizione alternativa all’appoggio della sua candidatura sarebbero proprio le primarie.
Primarie alle quali non si sottrarrebbe Luigi Sunseri, deputato del Movimento 5 Stelle accreditato come uno dei papabili candidati. Il termitano ha più volte manifestato la sua «assoluta disponibilità. «Non indico il metodo, che potrebbe essere variegato – dice a MeridioNews – ma certamente la ritengo una modalità in grado di evitare che il nome sia deciso in una segreta stanza e allo stesso tempo di dare più forza al candidato presidente. Non so se si faranno e non so se saremo tutti d’accordo, questa è la mia idea personale. Per me è un sistema di scelta democratico, a cui il Movimento non è nuovo, che dà la percezione di un percorso democratico e coinvolgente».
Primarie che di contro non vanno proprio a genio ad altri componenti del gruppo parlamentare pentastellato, come Nuccio Di Paola, l’altro nome forte, al pari di Sunseri, per la candidatura, che esprime il suo assoluto dissenso nei confronti di «gazebo e un euro per votare» e che piuttosto gradirebbe un sistema di coinvolgimento della gente sulla base di tavoli di discussione sul territorio. Posizione condivisa anche dal capogruppo all’Ars Giovanni Di Caro. «Sinceramente l’abbiamo detto in una riunione congiunta col Pd – dice – Non ci piace il vecchio sistema dei gazebo, lo riteniamo superato. Siamo più per una decisione condivisa, seguita da una sorta di coinvolgimento popolare con eventi e giri per la Sicilia in cui proporre dei temi».
A metà strada si trova invece Giampiero Trizzino, che si dice possibilista, ma solo nel caso in cui la coalizione dovesse faticare a trovare un nome condiviso. «Se il nome del possibile candidato della possibile coalizione non si trova all’interno – spiega – allora le primarie sono un metodo che non disdegno. Ma per me si tratta di una seconda scelta, una strada da seguire se non si ha la possibilità di individuare il nome in una riunione, se non esce in maniera tranquilla tra i discorsi di coalizione». Parole personali, quelle dei deputati, in attesa che possano arrivare faccia a faccia e argomentazioni in grado di tracciare una linea condivisa, cosa impossibile al momento, vista la mancanza di un coordinatore regionale. Ma in questo caso la palla ce l’ha Giuseppe Conte, leader nazionale del Movimento. «Ancora non abbiamo unità, anche se la cosa dovrebbe essere risolta a breve – dice Di Caro – Abbiamo avanzato questa criticità a Conte i primi di ottobre a Catania, lui ne ha preso atto, dicendo che avrebbe nominato il coordinatore il prima possibile». Intanto proprio ieri sera l’ex premier è stato impegnato nella riunione dalla quale sono venute fuori altre nomine a livello interregionale. Presto a cascata dovrebbe toccare anche ai coordinatori regionali.
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