Politica

Regionali, alcune domande ai sei candidati alla presidenza che rimarranno senza risposta

Raccontare una campagna elettorale non è impresa semplice. È un periodo durante il quale gli animi si riscaldano particolarmente. L’attenzione dovrebbe essere quella della tutela del bene comune, della vera politica, dell’impegno a beneficio della collettività. Per alcuni, invece, è la ricerca di una conferma, di una poltrona con la quale garantirsi un’entrata di denaro e la gestione del potere. Da troppo tempo ormai le urne registrano un’alta percentuale di non votanti. Fenomeno preoccupante perché impatta sulla stessa idea di democrazia. Chi non vota, non si astiene; sostanzialmente cede agli altri la decisione con il rischio che una parte possa decidere per tutti. Anche per questo è importante andare a votare. Esprimere, nel segreto dell’urna, la propria idea. Per tale ragione essere informati diventa quasi una necessità affinché il voto non sia espressione di una scelta frettolosa, dettata da mal di pancia o peggio ancora di promesse di lavoro, pacchi di pasta e altri tipi di elargizioni. Ragione hanno tutti coloro che, in ogni elezione, ribadiscono la centralità dei confronti. Non solo programmi, ma dibattiti per agevolare il ragionamento su specifiche problematiche. Per questa tornata, nonostante le richieste, purtroppo il confronto è mancato. La stessa ex tv di Stato ha provato ma alla fine è stata registrata un’assenza. Assenza ingiustificabile. Nessun appuntamento di partito può essere considerato più importante di un confronto a beneficio della collettività. Siamo quindi ancora assai distanti da quella richiesta di programmazione avanzata dalla Chiesa siciliana.

Nonostante ciò ci sono alcune domande, per tutti i gusti, che rimarranno senza risposte. In ordine alfabetico:


Gaetano Armao. Persona garbata che negli ultimi cinque anni ha ricoperto il ruolo di vicepresidente e assessore all’Economia nella giunta di centrodestra guidata da Nello Musumeci. Come si può rappresentare il terzo polo, l’alternativa agli schieramenti che si sono succeduti se non si prendono le distanze da quanto fatto? Quali sono le differenze tra un voto dato a Lei e quello dato a Schifani?


Caterina Chinnici. Lei è stata tradita da chi aveva detto di sostenere il risultato delle primarie. Se dunque la base a sostegno del progetto è svanita ancora prima di superare le urne, come potrebbe andare avanti per cinque anni? Durante la campagna elettorale alcuni volti storici dello stesso PD hanno girato le spalle. Perché Villari ed il
suo sostegno sono andati bene per le primarie e dopo averle vinte non sono più andati bene?


Cateno De Luca. Si è fatto conoscere per avere amministrato tre Comuni, per le esperienze all’Assemblea Regionale Siciliana e per i modi irruenti di comunicare. Ha detto di volere tagliare la burocrazia ma non ha mai spiegato, praticamente, come intende riorganizzare il sistema regionale per renderlo efficace ed efficiente. Perché? E poi. Ha sempre parlato del passato, del suo programma ma non di chi, oltre a Lei, dovrebbe svolgerlo, tranne Danilo Lo Giudice e La Vardera. Non sappiamo niente di come intenda governare.


Nuccio Di Paola. Pacta sunt servanda (i patti devono essere rispettati). Il Movimento 5 Stelle ha già dimostrato, per queste elezioni, di non rispettare gli accordi. Cinque anni addietro sono stati eletti diversi parlamentari pentastellati che, poco dopo, hanno formato un gruppetto e sostenuto il Governo di centrodestra di Nello Musumeci. Dunque, anche questa volta, votare Movimento 5 Stelle significa votare Renato Schifani? Perché non avete accettato la sconfitta delle primarie ed avete smentito voi stessi, che negli ultimi anni avete condiviso quasi tutto con il
PD?


Eliana Esposito. Il vostro progetto punta all’indipendenza della Sicilia. In un mondo che vede gli Stati unirsi per affrontare le sfide della globalizzazione, la vostra idea non è paradossale? Non si rischia di diventare isolati?

Renato Schifani. Il centrodestra parla sempre di infrastrutture, di Ponte sullo Stretto, comunicate tempistiche ed intanto la frana di Letojanni compirà ad ottobre 7 anni, lo svincolo di Bicocca è chiuso da più di due anni e dovrebbe garantire anche un accesso diretto all’aeroporto tra i più trafficati d’Italia. È normale? Ha detto di volere rappresentare la continuità rispetto al Governo di Nello Musumeci. La responsabilità politica si fa valere al momento del voto quindi Lei è chiamato a pagare il conto per gli ultimi cinque anni. Durante la pandemia, mentre si moriva per il Coronavirus, la gente era chiusa in casa, gli ammalati venivano trasportati in ambulanza da Catania a Grammichele e quindi a Ragusa oppure da Gela a Caltanissetta; le indagini hanno fatto emergere un metodo. Intende anche Lei spalmare i morti?

Redazione

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