«Sprezzo e assoluta sciatteria». Sono questi i motivi che hanno portato all’autosospensione dal partito di tutti i politici del Pd a Troina. La decisione è stata presa ieri sera nel corso di una riunione del direttivo comunale. Una riunione che non è arrivata in un momento qualsiasi, ma a pochi giorni dal ritiro della candidatura alle Regionali del sindaco Fabio Venezia. Scelta arrivata in extremis e che ha anticipato di poco una polemica partita dall’entourage del primo cittadino in merito alle mosse che i vertici regionali del partito avrebbero fatto per assicurare il posto in lista all’accoppiata Luisa Lantieri-Mario Alloro, basando la scelta su una presunta ineleggibilità di Venezia legata alla carica di vicepresidente della Srr di Enna.
Versione smentita da Fausto Raciti a MeridioNews, con il segretario regionale che ha spiegato che le scelte sono state strettamente politiche e che per Venezia ci sarebbe stata la possibilità di una candidatura nella lista Arcipelago Sicilia, che però nel frattempo sembrava avere perso la propria forza. Fatti questi a cui la segreteria cittadina del Pd fa accenno seppure non soffermandosi. «Il direttivo ha constatato l’esito avventuriero di questi ultimi cinque anni di gestione del partito a livello regionale culminato nelle scelte scellerate compiute alla viglia della campagna elettorale, eccetto quelle legate alla persona del presidente (Micari, ndr)», si legge in una nota a firma del segretario Giuseppe Schillaci. Gli esponenti del Pd sottolineano che la presa di posizione «non riguarda solo le scelte compiute a scapito di Fabio Venezia, ma il modo in cui complessivamente si è proceduto».
Il riferimento va alle dinamiche che hanno caratterizzato l’evoluzione del progetto Arcipelago Sicilia, nato come lista che avrebbe dovuto accogliere le istanze dai territori e che alla fine ha visto confluire al proprio interno i crocettiani. In seguito alla presa di coscienza della limitatezza delle forze provenienti dal mondo dell’associazionismo e dagli enti locali, e alla relativa richiesta a Rosario Crocetta di ritirare la lista del Megafono.
«La lista Micari Presidente, che doveva rappresentare un valore aggiunto, è stata volutamente boicottata dal partito indebolendo la coalizione nel suo complesso e quindi la candidatura alla presidenza», prosegue la nota, rilanciando così la tesi del presunto complotto messo in atto all’interno della coalizione di centrosinistra. L’auspicio del circolo troinese è che adesso la protesta possa essere raccolta anche da altri paesi. «Ci auguriamo venga accolto anche da altri circoli della provincia e dell’intera regione, consapevoli tuttavia che chi ha compiuto certe scelte il 6 novembre dovrà dare conto dei risultati», concludono i democratici. Assicurando di continuare a tifare Pd alle Regionali, ma annunciando di avere fermato la campagna elettorale con oltre tre settimane di anticipo.
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